sabato 9 luglio 2011

Campus 2013

E' notizia di oggi che i lavori per il campus universitario situato nella ex-caserma Randaccio non partiranno prima del 2013. Diversi problemi, economici e non, si frappongono alla realizzazione della struttura, non ultima la volontà da parte del comune di investire innanzitutto su altre infrastrutture cittadine (vedi parcheggio sotto il castello).

A causa del periodo di crisi che attraversa l'Italia e il patto di stabilità, i fondi per i comuni sono pochi e vanno fortemente razionalizzati. A salvare la situazione arrivano però i fondi del MIUR messi a disposizione attraverso alcuni bandi per l'edilizia universitaria ai quali il comune ha intenzione di partecipare, ma per fare ciò è necessario un piano di massima.

Ma per avere un piano di massima bisogna avere quanto meno un'idea su cosa si voglia costruire. Per questo motivo la consigliera Nini Ferrari è partita per un tour europeo per toccare i campus di altre università sparse per l'Europa.
Un'ottima idea. E' sicuramente istruttivo vedere con i propri occhi le esperienze dei nostri vicini europei, ma altrettanto importante è conoscere le esigenze della popolazione studentesca bresciana e le profonde differenze tra le varie realtà.
Se il primo punto sta venendo effettuato, il secondo è lontano dalla sua attuazione. Se a parole la consigliera Ferrari si dimostra vicina agli studenti, nei fatti è decisamente distante (vedi dichiarazioni sulla questione tasse)

All'inizio di tutta la vicenda l'amministrazione comunale si era detta desiderosa di ascoltare le esigenze degli studenti circa la progettazione dell'opera per poi, passato qualche mese, presentare agli studenti un'idea di progetto già completa e senza la vera necessità di un apporto di idee.

Eppure tra gli studenti bresciani molti hanno svolto un periodo di studio all'estero e tra di essi una buona percentuale ha vissuto in campus universitari avendo cosi una conoscenza molto più approfondita di quella che si può ottenere in pochi giorni di visita. E se questo non bastasse sono sicuro che gli studenti conoscano bene quali siano le loro necessità e sono in grado di portare proposte per la soluzione ai problemi che affrontano ogni giorno.
Questo perché non si parla semplicemente di sapere quante cucine vadano posizionate o meno, quante aule studio o altri piani del genere. Nella costruzione di un'opera edilizia di questa portata è necessario anche individuare che tipo di taglio si voglia dare a tutto il progetto. Dev'essere un semplice progetto di edilizia universitaria o anche un centro di aggregazione per la vita degli studenti? E' una domanda semplice, ma la cui risposta comporta implicazioni diverse. E dev'essere una risposta calibrata sulla città e sugli studenti bresciani e che non può essere importata da altre esperienze europee.

Esprimo nuovamente alla consigliera Ferrari l'invito a confrontarsi molto più seriamente con gli studenti universitari, di entrambi i colori politici, e di non usare questo argomento come semplice strumento di propaganda elettorale.

Chiudo riprendendo l'ultimo paragrafo dell'articolo uscito oggi sul BresciaOggi: In uno di questi due stabili sembra potrebbero essere concentrati anche tutti gli uffici universitari in un'unica sede centrale.
Fino ad oggi si è parlato di un Campus aperto agli studenti di tutte le università cittadine e non progettato esclusivamente per una singola università. Se tale frase significasse lo spostamento di tutti gli uffici delle università bresciane in quel luogo, oltre ad occupare spazio destinabile in altro modo, renderebbe il tutto molto confusionario e poco gestibile. Se al contrario ci si riferisce allo spostamento dei soli uffici della Statale, mi domando a cosa sia servita la ristrutturazione completa dell'edificio di Palazzo Mercato e al contempo l'acquisizione da parte della Statale di un cospicuo patrimonio architettonico nel centro cittadino.

Nessun commento:

Posta un commento