lunedì 18 luglio 2011

L'UniBS torna con i piedi per terra

Solo pochi giorni fa, su questo blog illustravo i grandi passi avanti fatti dalla nostra università nelle classifiche nazionali. A ruota l'Ateneo faceva uscire alcuni articoli sui quotidiani locali per celebrare il grande risultato davanti a tutta la cittadinanza. All'incirca una settimana dopo arriva il Sole24Ore, noto quotidiano economico, a riportare l'UniBS con i piedi per terra e sopratutto davanti alla cruda realtà.
L'Ateneo bresciano secondo le classifiche del quotidiano di confindustria è tutt'altro che un ateneo di high-level, ma al contrario si perde nella massa senza né lode né infamia.

Ma passiamo subito ai dati. Il Sole24Ore a differenza del quotidiano ItaliaOggi, crea una classifica che si basa su 10 parametri anziché su 9, non tenendo conto però della soddisfazione degli studenti e quindi del feedback di coloro che l'università la vivono, oltreché come momento di apprendimento, anche come un servizio.
Sono quindi classifiche si basano su dati più di "eccellenza" anziché di apprezzamento. Inoltre la scala con la quale vengono valutate le università è su un totale di 1000 punti (110 la generale e in trentesimi le singole classifiche per ItaliaOggi). Infine un altro punto molto importante e sul quale bisognerà stare attenti in fase di valutazione è la classificazione delle università. Il Sole24Ore suddivide gli Atenei solamente tra gli Statali e i non Statali a differenza di ItaliaOggi che distingueva molte più categorie di atenei, ognuna delle quali con una classifica a parte.
E' significativo inoltre che i dati che si riferiscono più prettamente agli studenti sono riferiti all'anno 2010/11, mentre quelli riguardanti la ricerca sono del biennio 2007/09.

L'UniBS si classifica, tra gli atenei statali, al 24esimo posto su 58 atenei in totale, con un punteggio generale di 531,6 contro gli 829,8 del Politecnico di Torino che si posiziona come leader scalzando l'altro politecnico, quello milanese. E' un dato che tarpa le ali dell'entusiasmo per coloro che a Brescia si erano già immaginati al top del sistema universitario italiano. Eppure qualche dato positivo c'è. Infatti l'ateneo guidato dal Prof. Pecorelli si posiziona davanti ai diretti concorrenti territoriali, cioè quelli che fanno riferimento alla Lombardia orientale, Bergamo (33°), e al Veneto Occidentale, Verona (30°). Allargando l'influenza territoriale, Brescia si posiziona davanti alla Statale di Milano (29°), ma decisamente indietro rispetto al Politecnico (2°), a Pavia (8°) e al polo universitario di Varese-Insubria (16°).
Una classifica quindi dal sapore agrodolce che come detto in precedenza posiziona il nostro Atenei fra coloro che galleggiano.

Ma veniamo adesso ad osservare le varie posizione nei 10 parametri che vengono valutati e che contribuiscono alla costruzione della classifica finale.
Il primo parametro valuta la percentuale di immatricolati che hanno conseguito un voto di maturità pari a 100/100 o pari a 100/100 con menzione. A mio parere è un dato decisamente poco rilevante se non messo in relazione con l'attrattività dell'ateneo. La valutazione spesso non corrisponde in valore tra le varie parti d'Italia e molte volte anche tra gli istituti di una stessa città, o tra gli istituti della città e quelli della provincia. A mio parere avrebbe molto più senso un unico parametro che unisse in esso i talenti e l'attrattività, cosi da slegare i due parametri da eventuali situazioni anomale dettate dalla collocazione geografica dell'ateneo. In ogni caso in tale classifica l'ateneo bresciano si piazza al 38esimo posto con una percentuale pari al 6,6% di talenti nelle nuove immatricolazioni.
Del secondo parametro ne abbiamo già accennato. Si tratta infatti dell'attrattività, cioè della capacità dell'ateneo di attrarre studenti da fuori regione o studenti stranieri. Questo indice ci fa tornare indietro rispetto a quanto detto da ItaliaOggi. Se infatti l'altra classifica ci posizionava nell'internazionalizzazione sopra la media della categoria, la classifica del Sole24Ore ci fa sprofondare al 44° posto con una percentuale di appena il 5,5%. Percentuale questa che secondo il Prof. Caimi, con la diminuzione della copertura delle borse di studio, è destinata a calare sensibilmente.
Come terzo parametro troviamo la dispersione. In altre parole calcolano la diminuzione percentuale di iscrizioni al secondo anno rispetto alle immatricolazione dell'anno precedente. Questa è una delle poche classifiche in cui Brescia svetti in positivo. La posizione occupata è la 11esima con un tasso di dispersione pari al 9,6%. E' un dato questo che però può essere falsato dal relativo benessere del territorio bresciano se messo a confronto con altre realtà italiane.
Un altro dato che riguarda gli studenti è l'inattività. Si calcola il numero di studenti che nell'ultimo anno non ha conseguito neanche un credito - non ha superato esami - e si rapporta con il numero totale di studenti. Brescia si posizione al 18esimo posto con una percentuale pari al 19,1% del totale.
Un altro parametro in cui Brescia si posizione bene è quello riguardante la percentuale di studenti che si laureano in corso. Nonostante la presenza della facoltà di Ingegneria, che abbassa di molto la media, Brescia si posiziona al nono posto con un 30,3% di studenti che non si laurea in regime di fuori corso. Un risultato di tutto rispetto, che se da una parte viene falsato da Ingegneria, dall'altro sicuramente è innalzato dalla cospicua presenza delle lauree triennali delle professioni sanitarie, che seppur molto impegnativa a livello lavorativo consentono il conseguimento del titolo di studio in tempi stretti.
Sempre rimanendo nei parametri che riguardano gli studenti, ma questa volta gettando un occhio anche alla docenza, arriviamo al parametro dell'affollamento, dove Brescia si posiziona alla 21esima posizione. Questo parametro mette in rapporto gli studenti in corso con il numero di docenti presenti nell'ateneo. Brescia ha la stessa percentuale della Sapienza di Roma.
Arriviamo cosi al vero punto di eccellenza dell'ateneo cittadino. Il parametro del collocamento al lavoro era già stato ben evidenziato dalla classifica di ItaliaOggi, che posizionava Brescia terza a livello nazionale. Il Sole24ore che tiene conto del tasso di occupazione a tre anni dal titolo, posiziona Brescia al secondo posto  tra le statali dietro solamente al politecnico di Milano - è terza tra tutte le Università, dietro all'niversità della Valle d'Aosta con il 100% di collocati. Brescia si avvicina ad una percentuale del 100%, immettendo nel mondo del lavoro il 94,5% dei propri laureati. Ancora una volta si testimonia come la preparazione che viene impartita nelle aule didattiche bresciane sia molto apprezzata dal territorio e in generale dal mondo del lavoro.Oltre a ciò, è sicuramente merito anche di un tessuto lavorativo che, rispetto ad altre parti d'Italia, ha necessità di figure specializzate. Brescia e provincia si conferma cosi come polo oltreché industriale anche di servizi del terziario.
Raggiungendo gli ultimi tre parametri accediamo completamente alla valutazione della ricerca e del personale docente.
Come ottavo parametro troviamo la valutazione di fondi per la ricerca. L'UniBS si classifica appena sotto la metà occupando il 31esimo posto. Per un'università che desidera essere tale e non solamente un diplomificio è necessario aumentare considerevolmente i fondi per la ricerca, sia attraverso ulteriori entrare pubbliche sia l'ingresso di fondi privati.
E propri di questo aspetto se ne occupa il nono parametro. Come penultima classifica troviamo quella che valuta la percentuale di fondi esterni per la ricerca sul totale. E se il politecnico copre quasi il 50% con fonti esterne, anche in questo caso la nostra università si posizione sotto la metà, e come per i fondi complessivi, si posiziona al 31 posto. Se osserviamo questo parametro congiuntamente con quello che si riferisce al collocamento al lavoro, possiamo dedurre come il tessuto industriale bresciano pur apprezzando la preparazione, e di conseguenza anche la ricerca, che viene svolta nell'ateneo, non finanzia, per disinteresse o per la sua conformazione di piccole-medie imprese, la ricerca presso l'ateneo geograficamente dovrebbe essere il loro punto di riferimento per l'innovazione e per la ricerca.
Ed eccoci arrivati all'ultimo parametro. Il decimo parametro calcola la percentuale di docenti che hanno partecipato con successo ai bandi Prin. In linea con le altre classifiche che valutano la ricerca l'ateneo nostrano si colloca alla 29esima posizione con una percentuale del 47,3%.

Da questo insieme di parametri e dalla classifica generale ne esce un'ateneo ridimensionato rispetto a quello elogiato appena una settimana fa. Se da una parte non pecca mai in maniera eccessiva, dall'altra in poche voci si distingue particolarmente, rimanendo cosi nella media degli atenei senza dare, almeno secondo questa classifica, alcun motivo particolare per scegliere Brescia rispetto ad Atenei territorialmente vicini ad essa.

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