lunedì 16 gennaio 2012

Brescia a Colori si rinnova

Anno nuovo vita nuova.
Dopo 8 mesi, 175 articoli e 10.500 visite Brescia a Colori rinnova la sua grafica e trasloca su un dominio proprio: bresciaacolori.it.
Desidero ringraziare tutti coloro che in questi mesi ci hanno seguito più o meno assiduamente sperando continuino a farlo e mi auguro che la nuova impostazione grafica possa risultare piacevole e di facile utilizzo almeno al pari della vecchia.
Nel nuovo sito troverete tutti i contenuti già precedentemente postati di cui alcuni suddivisi in modo tale da renderli più facilmente fruibili. Il vecchio blog rimarrà comunque attivo con il vecchio contenuto.
P.S. Per questioni legate alla migrazione il dump del database dalla piattaforma blogger è stata fatta qualche giorno fa, è quindi possibile che nel nuovo blog non troviate alcuni contenuti presenti nella vecchia versione.

sabato 14 gennaio 2012

L'Harakiri del Pd bresciano

Che gli elettori di centrosinistra bresciani si mettano il cuore in pace: ci toccherà tenerci per almeno altri 5 anni il Sig. Rolfi al governo della nostra città.

Partiamo dall'inizio e capiamo il perché. Nel tardo pomeriggio di ieri esce sul sito del BresciaOggi il resoconto sulla conferenza stampa, poi ripresa su un articolo dell'odierna edizione cartacea, tenuta da quattro importanti personaggi del Partito Democratico bresciano: gli onorevoli Ferrari e Corsini, il Senatore Galperti e il segretario provinciale Bisinella.


Fin dall'input dell'articolo si comprende che quanto detto e scritto segnerà in profondità la politica bresciana - per quanto riguarda l'ambito nazionale ho i miei seri dubbi che qualcuno ascolti i nostri politici locali.

Il tutto si può riassumere in due semplici punti: 1) cerchiamo l'alleanza con l'UdC per le prossime comunali 2) l'IdV non sarà alleata del Partito Democratico nelle amministrative 2013.
Se diamo per scontato che dietro queste dichiarazioni non ci sia alcun tornaconto personale o mossa politica atta a guerre interne al Partito Democratico possiamo però dare anche per scontato l'incapacità politica di certi personaggi che non risultano capaci nel fare una distinzione tra la situazione locale e la situazione nazionale.
In questo senso è emblematica la frase dell'on. Ferrari "Anche voi, amici bresciani [del'Idv ndr], non illudetevi: avanti così l'alleanza con il Pd ve la scordate" che segue una dichiarazione in cui lo stesso afferma che in futuro sul piano nazionale non ci sarà più l'alleanza con l'IdV. Ferrari proietta e confonde sul piano locale il piano nazionale che vive un momento di straordinarietà e che per questo motivo non può certamente essere usato come metro di valutazione per alleanze che sul piano locale durano ormai da anni come a Brescia.
E' un errore molto grave quello compiuto dal deputato bresciano. Infatti se facessimo come l'on. Ferrari e non tenessimo conto di questo momento di straordinarietà della politica italiana gli stessi elettori sarebbero portati a pensare che il Partito Democratico sia diventato un partito di centro anziché di centrosinistra. A differenza dell'on. Ferrari l'autore di questo articolo, e come esso per fortuna molti elettori del Pd, si rendono conto dell'eccezionalità del momento e continuano a riporre fiducia nel Partito come entità riformista di centrosinistra.

Lo stesso concetto di straordinarietà è da utilizzare nel discorso che vede coinvolta l'UdC, cosa di cui non sembra essersene reso conto l'on. Corsini. Ha senso parlare di alleanza con una forza politica che da sempre è schierata nel campo politico del centrodestra e che per quasi vent'anni ha appoggiato il governo Berlusconi, e che tutt'oggi appoggia in consiglio comunale la giunta di centrodestra?
Giusto per fare un esempio, ha senso parlare di alleanza con una forza politica che ha votato il Pgt quando è ormai da mesi che il Partito Democratico bresciano ha fatta propria l'aspra battaglia contro di esso?

Neanche il Segretario Bisinella fa una grande figura. Bisinella prima afferma che la situazione è in continuo mutamento, accettando però le parole sopraddette dell'on. Ferrari, poi parla di un tavolo del centrosinistra bresciano in cui però include anche  l'UdC affermando che "si ragiona con tutte le persone di buonsenso". E io che pensavo che la politica si facesse con e sulle idee. Infine apre alle civiche, che hanno chiuso al Partito Democratico da tempo, creando cosi un gran calderone confusionario dove ci si possa mettere tutto e il contrario di tutto, fregandosene delle idee politiche comuni con il rischio di creare anche a Brescia le stesse situazioni che oggi viviamo con i radicali alla camera.

Abbiamo cosi visto dispiegarsi man mano che le righe della carta stampa si moltiplicavano un perfetto esempio di Harakiri politico da parte di politici irresponsabili trascinati nelle loro affermazioni più dalla propria boriosità che da un'effettiva lettura dello scenario politico locale.

I tre politici - Galperti da buon democristiano dall'articolo pare non sbilanciarsi più di tanto - mettono cosi una bella pietra tombale sul futuro della coalizione di centrosinistra per la Loggia 2013 - e sulle sue possibilità di vittoria - con buona pace per tutti gli elettori di centrosinistra.

venerdì 13 gennaio 2012

Dei quesiti referendari

E' notizia di ieri che la Consulta ha bocciato i quesiti referendari per l'abolizione del porcellum e il ritorno al precedente sistema di elezione.

Personalmente non so se essere contento o dispiaciuto. In realtà, dal mio punto di vista, il quesito referendario mi avrebbe obbligato ad indicare il sistema che considero meno peggio e non certamente quello che considero migliore.


Mi si potrebbe rispondere che quantomeno il Mattarellum permetterebbe al cittadino di indicare il proprio rappresentante mentre il Porcellum ponendo delle liste bloccate indicate dalle segreterie di partito espropria il cittadino da questo diritto.
L'appunto che mi si muoverebbe non sarebbe tuttavia corretto. Infatti anche se effettivamente il Mattarellum dà l'illusione al cittadino di poter indicare il proprio rappresentante in parlamento esso in realtà demanda questa scelta alle famose segreterie dei partiti. L'inganno è nella modalità con cui viene presentato il tutto. Infatti il Mattarellum prevede dei collegi uninominali dove ogni partito candida una sola figura. In questo modo nel momento in cui si vota si ha l'impressione di dare la preferenza al candidato oltreché al partito, ma in realtà non sussiste una preferenza tra candidati ma tra partiti politici. Anche nel Mattarellum l'elettore ha il solo compito di ratificare una scelta già compiuta dai partiti.

Il referendum ci avrebbe quindi fatto semplicemente passare da una brace ad un padella ma certamente non ci avrebbe tolto dal fuoco. Forse per alcuni sarebbe già stato un sollievo, dal mio punto di vista soltanto un'occasione mancata per riformare in senso maggiormente democratico il momento in cui il popolo elegge i propri rappresentanti.

Sono quindi convinto che i vari comitati promotori non abbiano terminato né ad Ottobre né nella giornata di ieri il proprio compito, ma anzi al contrario, da ieri è iniziato il momento in cui essi dovranno maggiormente impegnarsi facendo pressioni sui partiti politici e sul governo affinché rivedano la legge elettorale. L'unica speranza in questo senso, anche se labile e non condivisa da molti, rimangono i partiti politici che in questo momento devono dimostrare di accogliere realmente la richiesta di maggior democrazia che proviene dal basso.

Chi è causa del suo mal pianga se stesso

Avevo espresso questo mio pensiero già nell'ottobre del 2011 in riferimento al voto di fiducia dell'esecutivo Berlusconi ed oggi mi trovo a riconfermarlo in toto.

Se ieri l'on. Cosentino (molto poco onorevole) si è salvato dall'essere arrestato cosi come chiedeva la Procura di Napoli è per colpa dei radicali o di chi ha contribuito, nella sua megalomania di bipartitismo, a metterli in parlamento nelle fila del Partito Democratico?
E' una domanda, insieme a molte altre, che dovrebbero farsi gli elettori che nelle politiche del 2008 diedero il proprio voto al Partito Democratico.
Ha senso vedere la presidente Bindi prendersela con quei deputati radicali - e non se richiamiamo alla memoria altre vicende - che anche lei ha contribuito a mettere lì?
La Bindi, Veltroni e molti altri non conoscevano la linea garantista che i radicali tengono da oltre 40 anni?

Quattro anni fa si fece la scelta, condivisibile o meno, di convogliare tutti quanti in un unico contenitore senza prestar attenzione alle differenze politiche che pur esistevano. Si è voluta la botte piena anziché la moglie ubriaca. Oggi ognuno si prenda le proprie responsabilità e pianga se stesso anziché lanciare anatemi in giro.

giovedì 12 gennaio 2012

[Sguardo dal passato] L'opinione pubblica

Nozioni enciclopediche. L'opinione pubblica.
Ciò che si chiama «opinione pubblica» è strettamente connesso con l'egemonia politica, è cioè il punto di contatto tra la «società civile» e la «società politica», tra il consenso e la forza. Lo Stato quando vuole iniziare un'azione poco popolare crea preventivamente l'opinione pubblica adeguata, cioè organizza e centralizza certi elementi della società civile. Storia dell'«opinione pubblica»: naturalmente elementi di opinione pubblica sono sempre esistiti, anche nelle satrapie asiatiche; ma l'opinione pubblica come oggi si intende è nata alla vigilia della caduta degli Stati assoluti, cioè nel periodo di lotta della nuova classe borghese per l'egemonia politica e per la conquista del potere.
L'opinione pubblica è il contenuto politico della volontà politica pubblica che potrebbe essere discorde: perciò esiste la lotta per il monopolio degli organi dell'opinione pubblica: giornali, partiti, parlamento, in modo che una sola forza modelli l'opinione e quindi la volontà | politica nazionale, disponendo i discorsi in un pulviscolo individuale e disorganico.
 
Paragrafo 83 Quaderno 7 [Quaderni del Carcere, Antonio Gramsci]



mercoledì 11 gennaio 2012

La giunta cittadina si compra la riconferma

I fatti valgono più di mille parole, e se compiuti a poco più di un anno dalle prossime elezioni amministrative possono dire molto sulla direzione politica che prenderà la città.

Brescia è da sempre orientata politicamente al centro. Fin da prima del fascismo Brescia è stata sempre una città bianca, poco incline al socialismo rosso ma con una propensione molto forte alla dottrina ecclesiastica della carità e dell'aiuto ai poveri. Non stupisce, e non è un caso, che dall'avvento della Repubblica - escludendo il primo sindaco Gugliemo Ghislandi che era un socialista - in città abbiano sempre governato coloro che hanno saputo intercettare nel tempo i favori della diocesi cittadina. Prima la Democrazia Cristiana, poi Martinazzoli e Paolo Corsini entrambi da sempre vicini al mondo della Chiesa e adesso Adriano Paroli personaggio dal perfetto curriculum centrista.
Eppure proprio l'elezione di quest'ultimo sembra essere l'anomalia all'interno di una storia alquanto lineare. Ancor più anomala di quella del "comunista" Corsini.

L'anomalia non sta tanto nel Sindaco quanto nei suoi alleati di governo cittadino. La Lega Nord da sempre sferra attacchi contro la linea tenuta dal vescovo Monari accusato a più riprese dai leghisti di essere troppo vicino agli extracomunitari.
Gli esponenti leghisti però, più politici di tanti politici, sanno bene che senza l'appoggio della Curia cittadina difficilmente potrebbero riconfermare il proprio posto a Palazzo della Loggia. Degni del loro essere un movimento di lotta e di governo, se da una parte compiono delle fratture verso la politica della Diocesi, dall'altra fanno di tutto per amicarsi - o meglio comprarsi - le parrocchie cittadine. 

Cosi giungiamo al fatto di cronaca odierno. E' infatti notizia di oggi che la giunta comunale ha varato un bando di finanziamento dell'ammontare di 174mila euro per le società sportive che fanno riferimento alle parrocchie cittadine.
In un momento di forti tagli alla spesa - circa 22 milioni di euro - il vicesindaco leghista Fabio Rolfi decide di destinare un importante contributo alle parrocchie - enti privati -, eleggendole come unico punto di crescita sociale oltreché sportivo per i giovani bresciani. Cosi facendo Rolfi ignora volutamente tutta una serie di società sportive, non solo calcistiche, che sul territorio cittadino da anni compiono attività aggregativa e di crescita dei futuri bresciani.

La giunta Paroli alla ricerca di un nuovo consenso che sopperisca quello vecchio eroso dagli anni della sua amministrazione, locale e nazionale, abdica cosi dal suo ruolo di garante laico della vita pubblica  riconoscendo e delegando esclusivamente ad un'istituzione religiosa, che ha i propri precetti che non sono obbligatoriamente quelli di un cittadino della Repubblica Italiana, la formazione delle future generazione di cittadini.

venerdì 6 gennaio 2012

La Statale cerca di non pagare l'Ici

Durante le festività natalizie è tradizione nelle case cristiane costruire o posizionare - oltreché l'albero di natale di pagana tradizione - un presepe che metta in mostra la rappresentazione della natività di Gesù cosi da celebrare, attraverso le varie tappe, la nascita del messia cristiano.

E' quindi ovvio come tale "ornamento" abbia un valore esclusivamente cristiano - a differenza dell'abete natalizio -, e se è ben concepito all'interno dei luoghi di culto e nelle case dei credenti, appare al contrario stridente se posizionato all'interno di contesti o enti statali che per definizione dovrebbero essere laici e di conseguenza non ostentare simboli religiosi di alcuna fede.


Non sembra però pensarla allo stesso modo il Prof. Pecorelli, Rettore della Statale bresciana, che in quanto università è da considerare ente statale.

Durante le festività appena trascorse all'interno dell'edificio di via Gramsci, presso la vetrata che si affaccia su piazzetta Bruno Boni, è stato installato un presepe in scala 1 a 2 decisamente ben visibile dall'esterno della struttura pubblica. Abbiamo cosi, oltreché l'installazione di un manufatto religioso di per se già discutibile, anche l'ostentazione dello stesso verso l'esterno.

La devozione cattolica della Statale non si ferma però al semplice presente. Infatti da sempre l'Università ospita al suo interno una pastorale cattolica, con relativa chiesa, e riserva delle bacheche all'interno degli edifici universitari a tale associazione. Preso atto di ciò, viene da chiedersi per quale motivo un'istituzione pubblica si senta in obbligo di esternare in modo cosi palese la propria "cattolicità" d'innanzi ai cittadini bresciani. Domanda ancor più insistente se si pensa che il Prof. Pecorelli fa dell'internazionalizzazione un suo cavallo di battaglia e che attualmente nell'Ateneo cittadino sono presenti studenti di ogni fede e confessione religiosa che al contrario dei Cattolici non assistono a tutta questa sensibilità nei loro conronti.


Probabilmente la spiegazione di tale installazione è molto semplice e pragmatica. Il Rettore Pecorelli, a causa delle difficoltà economiche seguenti ai tagli del Ministro Gelmini e dopo aver saputo che gli edifici con parziale destinazione religiosa non pagano l'ICI, ha trovato l'occasione per far risparmiare alla Statale bresciana un bel po' di soldi. Anche questa è finanza creativa.

P.S. tradizione vuole che il bambin Gesù venga posizionato la sera del 24 Dicembre e che i Re Magi arrivino la sera prima dell'Epifania. Nel presepe universitario già prima del 20 Dicembre erano presenti tutti i personaggi.