mercoledì 30 novembre 2011

Autogol in casa ex DS

Alcune dichiarazioni di Aldo Rebecchi pubblicate da vari quotidiani nella giornata di ieri sanno molto di autogol politico.

Quando qualche tempo fa durante un confronto con alcuni docenti questi mi dissero che un docente che andava in pensione troppo presto sarebbe stata una perdita difficilmente sostituibile per la società accademica, risposi che a mio avviso il compito di un docente, oltreché insegnare e fare ricerca, è anche quello di creare e preparare i futuri ricercatori e docenti cosi da permettere un proseguo dell'attività scientifica senza grandi perdite anche nel momento del pensionamento del docente.

Reputo che lo stesso discorso sia applicabile anche alla sfera politica ed amministrativa. L'azione del politico e/o amministratore si valuta certamente nelle sue opere e nella sua gestione del bene pubblico, ma anche, e forse sopratutto nella preparazione di nuove leve che possano rappresentare la nuova classe dirigente e proseguire nel lavoro iniziato dal maestro.


Aldo Rebecchi nelle sue dichiarazioni ai giornali, oltre a parlare di primarie e del ruolo che dovrà avere il Partito Democratico nella corsa per la Loggia 2013, indica una serie di nomi di futuri - in là nel tempo - possibili candidati sindaco dopo l'esperienza di Emilio Delbono. I nomi fatti dal politico bresciano non sono certamente sconosciuti e godono di largo apprezzamento nel panorama politico italiano: Manzoni, Martinuz, Ungari, Bazoli, Muchetti.

Fatti i nomi è però utile capire quale sia la storia politica pregressa di queste cinque persone, non per uno sterile gioco di vecchie appartenenze, ma per capire dove sia l'autogol di Rebecchi.
Se osserviamo le storie dei nominati scopriamo che tutti e cinque hanno una storia politica che inizia all'interno della Margherita, addirittura nei popolari per i più vecchi. Abbiamo cosi che un esponente ex Ds - è stato parlamentare dal 1987 al 2001 rispettivamente con PCI, PDS, DS - certifica che l'attuale e futura classe dirigente cittadina è stata formata quasi interamente nelle fila dell'allora Margherita.

Dove sta il problema? Non certo nei nomi. Il problema sta nell'incapacità della vecchia classe dirigente Ds nel formare le nuove leve, e quindi gli attuali e futuri amministratori del città e del paese. Incapacità che già confermata nei fatti viene adesso solo certificata dalle parole di Rebecchi.
Un'uscita quindi che dovrebbe portare, anziché ad impartire lezioni politiche, ad un profondo mea culpa avendo fatto parte lui stesso della classe dirigente degli allora Democratici di Sinistra.
Un mea culpa che se deve partire da lui, non può limitarsi alla sua sola persona ma deve allargarsi a tutti coloro che con il proprio operato hanno lasciato un buco generazionale di rappresentanza politica nella sinistra cittadina.

Cosi ritornando alla considerazione iniziale, non possiamo che bocciare la vecchia classe dirigente Ds incapace di lanciare uno sguardo verso il futuro.

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