venerdì 10 giugno 2011

Patti chiari... studenti fuorisede

Qualche giorno fa sul sito della CGIL nazionale è uscito un comunicato stampa molto chiaro. In Italia il sommerso non è solo nella produzione industriale o nella finanza, ma anche negli immobili.
In particolare in Italia si stimano in circa 1 milione le abitazioni con affitto in nero(per circa 13 miliardi di imponibile) e se per ovvie ragioni la parte del leone la fanno gli immigrati (non per volontà loro evidentemente), una parte importante dei "contratti" che non risultano al fisco sono "stipulati" da studenti universitari.



Se per un maggior approfondimento rimando al comunicato stampa della CGIL, vorrei in questa sede analizzare il problema dal punto di vista degli studenti universitari e portare alcun proposte per rendere il tutto più "chiaro".

Innanzitutto riprendiamo un altro dato dello stesso comunicato « Nel 25% dei casi, fa sapere la Cgil, “i neolaureati hanno dichiarato di aver abitato ‘in nero’, spesso in cambio di uno sconto sul canone ».  Questo unito ad un dato di un'altra vecchia ricerca della CGIL, che testimoniava come un appartamento su due affittato a studenti universitari non fosse registrato, rende la situazione realmente allarmante. Sia per le casse dello stato - che secondo la ricerca ricevono 300 milioni di euro in meno - sia per lo studente, che se da una parte vede uno sconto sul canone, cosa peraltro già dovuta secondo una legge dello stato, dall'altra vede meno i diritti appartenenti agli affittuari e si pone quindi in una situazione di debolezza nei confronti del proprietario.

A ciò, sempre secondo una ricerca CGIL, si aggiunge che nelle maggiori città universitarie gli affitti di locazione hanno ormai raggiunto cifre record, con un minimo di 250-300 euro per "un posto letto" nelle zone meno ricercate fino ad oltre 900 euro nelle zone a più alta appetibilità universitaria.
Con posto letto si intende una sistemazione in stanza doppio o più e molte volte in locali tutt'altro che dignitosi.
Nella nostra realtà per un posto letto difficilmente si potranno trovare offerte inferiori ai 250 euro, ai quali solitamente si aggiungono ulteriori spese, mentre la media è attestabile sui 350-400 euro.
Come quelli precedenti è un dato allarmante, ancor più se associato alla cronica mancanza di posti letto presso le strutture pubbliche per il diritto allo studio che riescono ad accontentare solamente una percentuale minima di richiedenti - secondo fonti UdU-CGIL, a fronte di 35mila posti letto messi a disposizione dallo Stato i fuorisede sono oltre mezzo milione.

E' quindi obbligatorio ricorrere all'affitto di locali presso privati, che come testimoniato sopra, almeno nella metà delle volte obbligano, o convincono, lo studente a "sottoscrivere" affitti in nero.
Eppure secondo una convenzione nazionale del 1999, che si applica alla legge 431/98, per gli studenti universitari e per i proprietari sono previste particolari agevolazioni, oltreché, per gli studenti  il riconoscimento dei normali diritti che spettano a chi stipulano un contratto di affitto.
In particolare da uno studio dell'UdU i vantaggi degli studenti sono i seguenti:
  • il costo dell'affitto è più basso grazie agli accordi territoriali
  • si possono ottenere i benefici previsti dal sistema del diritto allo studio
  • il costo dell'imposta di registrazione del contratto è ridotto del 30%
  • sono previste agevolazione IRPEF per i familiari dello studente e la detraibilità del 19% del canone di locazione
  • non si può essere sfrattati senza preavviso
per i proprietari
  • il costo dell'imposta di registrazione del contratto è ridotto del 30%
  • abbassamento o addirittura azzerameto dell'ICI (si intendono seconde case)
  • detrazione IRPEF del 30% da sommare al 15% che si applica normalmente

I vantaggi sono sensibili sia da una parte che dall'altra eppure questa Convenzione è poco conosciuta e ancor meno pubblicizzata dalle autorità amministrative e dalle università, che dovrebbero informare gli studenti attraverso i propri uffici addetti al diritto allo studio.

Passando ora alla situazione di Brescia, è innegabile che anche nella nostra città la situazione per gli studenti universitari non sia rosea. Anche da noi molti di essi si ritrovano a dover stipulare contratti in nero e molte volte a vivere in locali fatiscenti.
Ecco come dovrebbe operare il comune di Brescia per venire incontro agli studenti e far si che essi vedano rispettati i loro diritti:
  • istituzione, in collaborazione con l'università, di un ufficio fuorisede presso l'infogiovani - o negli uffici dell'ente per il diritto allo studio - nel quale dare informazioni circa l'attuale normativa. Inoltre lo stesso ufficio dovrebbe assumere la connotazione di sportello che metta in relazione proprietari e studenti e che segua i vari passaggi della stipula del contratto, dal controllo del locale - per appurare che sia in condizioni dignitose - fino ad una valutazione equa del canone da richiedere da parte del proprietario;
  • una campagna informativa presso le location in cui sono situate le sedi universitarie cittadine da tenere durante i mesi di Agosto-Settembre. Tale campagna informativa avrebbe lo scopo di informare gli studenti circa la normativa, i vantaggi derivanti dalla stipula di un contratto e i diritti di un affittuario;
  • concedere ulteriori sgravi fiscali, oltre quelli già presenti, ai proprietari di case attorno alle sedi universitarie che decidono di stipulare contratti regolari con gli studenti universitari. In tal modo si incentiverebbero ulteriormente i proprietari a stipulare contratti regolari e nel contempo si incentiverebbero la formazione di una zona universitaria attorno alle facoltà cittadine.
Quelli elencati sono tre semplici step, che ad un costo molto contenuto per il comune, permetterebbero di portare allo scoperto il sommerso con ulteriori introiti per le casse comunali e di riconoscere i diritti degli studenti fuorisede.
Aggiungo che tali passi sono necessari, in mancanza per il momento di un campus, per attirare in città non solo i fuorisede della provincia bresciana o delle zone limitrofe, ma anche e soprattutto per attirare e rendere agevole la vita per quegli studenti stranieri che scelgono la città di Brescia come meta del loro Erasmus. E con il vento dell'internazionalizzazione che oggi tira presso la Statale bresciana questa necessità è ancor più impellente.

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