martedì 14 giugno 2011

E la locomotiva sembrava fosse un mostro strano

I nuovi treni della TreNord
La notizia dell'altro giorno è l'arrivo sulla tratta Brescia-Edolo dei nuovi treni della TreNord.
Il primo dei nuovi otto treni prenderà servizio da giovedì, per concludere l'inserimento di tutto il nuovo parco entro la fine di Agosto.
Per sostenere ciò, sostiene l'assessore regionale al trasporto, sarà necessario aumentare il contributo che l'utenza, attraverso il biglietto, da alla gestione della tratta ferroviaria. Si prospettano quindi ulteriori aumenti dopo quelli a cui abbiamo assistito in quest'ultimo anno (+20%) per far fronte al taglio del contributo da parte dello stato. Nelle varie interviste tenute da Cattaneo, si può notare come egli consideri questo nuove carrozze il punto conclusivo di una serie di interventi sulle linee regionali per incentivare il trasporto su rotaia.

Quelli effettuati sono sicuramente dei passi avanti rispetto alla disastrosa situazione antecedente al riammodernamento - e ricordo che il centro destra amministra la regione non da ieri, ma da vent'anni - ma non si possono scaricare i costi di tutta la gestione sull'utenza.
Come ha fatto notare lo stesso Cattaneo nell'intervista al BresciaOggi, già attualmente il cittadino lombardo contribuisce alle spese di gestione per un 40% del totale, dato questo alla pari con le altre nazioni europee con un sistema ferroviario decisamente più sviluppato del nostro. Il nodo principale non si fonda sulle percentuali ma sul valore assoluto del contributo del cittadino e dello Stato. Infatti si fa notare come all'estero il costo del biglietto in rapporto al chilometraggio sia più alto rispetto al dato italiano, ma al contempo lo Stato contribuisce in maniera molto più pesante rispetto a quello italiano. Inoltre sembrerebbero in arrivo altri 400 milioni di euro su scala nazionale. Come affermato nell'intervista, in futuro non ci sarà più un blocco delle tariffe che al contrario andranno di pari passo con l'inflazione.

Adesso ci sarebbero però alcuni punti da chiarire in modo serio.
Secondo Cattaneo i soldi non ci sono, e su questo non si può che dargli ragione, è necessario che i cittadini contribuiscano nella stessa percentuale dei propri omologhi in Francia, Germania, Regno Unito, però, aggiungo io, è fondamentale che il servizio sia della stessa qualità ed efficienza. Non bastano otto treni nuovi per modificare un sistema che fa acqua da tutte le parti. Questi otto nuovi treni sono, semmai, il punto di partenza e non di arrivo di un processo di riammodernamento delle infrastrutture lombarde.

Il ragionamento non parte però dai treni, ma dalle infrastrutture di contorno. 
Come rilevato da una ricerca del gruppo consiliare PD in regione, la maggior parte delle stazioni lombarde versano in condizioni pessime, alcune addirittura sembrano abbandonate da tempo o con condizioni di comfort e sicurezza da primi anni del '900. Abbiamo quindi una situazione disastrosa fin dall'accesso alle strutture di accesso: mancanza di bagni, di sale d'attesa o di pensiline sulle banchine che possano riparare dalle intemperie. Si salvano esclusivamente le stazioni principali. E per una Milano centrale tirata a lucido, molte piccole stazioni sono lasciate nel degrado più totale, con sporcizia un po' dovunque strutture danneggiate e con barriere architettoniche per i cittadini disabili.

E per otto nuovi treni sulla tratta Brescia-Edolo, ancora sono in servizio treni fatiscenti su tante altre linee regionali. Sovraffollamento, mancanza di manutenzione, sporcizia, corse soppresse e continui ritardi. E' quindi necessaria anche una maggiore trasparenza nella gestione del servizio che può essere messa in atto solamente dando maggiori informazioni ai cittadini che si affidano al trasporto su rotaia. In Scozia nelle stazioni dei treni usano, attraverso i monitor, aggiornare in tempo reale la percentuale di puntualità dei propri convogli e il ritardo medio sulle varie tratte, oltre logicamente alle informazioni di base. Seppur nel caso italiano possa essere una magra consolazioni conoscere questi dati una volta messo piede in stazione, essi segnerebbero una grande trasparenza nei confronti dei clienti (perchè ormai di questo si tratta) su come vengono gestiti i trasporti pubblici extraurbani.
Interno di un treno regionale scozzese
Per giungere poi al nodo fondamentale per ogni trasporto pubblico, urbano od extraurbano che sia: la fidelizzazione dell'utenza. In particolare nela Lombardia che è fortemente Milanocentrica per molti servizi ed i pendolari su rotaia sono un alto numero, avrebbe avuto senso non spalmare l'aumento generalizzato su ogni tipologia di biglietto ed abbonamento con un innalzamento del 20% per tutti, ma al contrario prevedere un aumento maggiore per i biglietti corsa singola ed invece contenere l'aumento sugli abbonamenti. Piccoli accorgimenti di gestione di cui invece sembra non tener conto nessuno.
E con questi accorgimenti sono sicuro che i pendolari e i cittadini lombardi, se non felici, certamente accetterebbero di veder aumentato il costo del proprio titolo di viaggio. Dopotutto è meglio viaggiare spendendo un euro in più, ma su treni funzionanti, puliti, non sovraffollati ed in orario. Si affronterebbe la giornata con molta più tranquillità e ci si eviterebbero tante incazzature appena svegliati.

Ma se finora abbiamo parlato di quello che ci sarebbe ancora da fare per portare il servizio lombardo al pari di quello europeo, vorrei adesso soffermarmi invece sulle parole di Cattaneo quando denuncia la mancanza di fondi da parte dello stato centrale. Tralasciando la valutazione politica che al governo non ci sono pericolosi comunisti, ma dei suoi colleghi di coalizione, l'assessore Cattaneo dovrebbe spiegarci come mai in tempi di crisi anziché incentivare il trasporto pubblico, la regione Lombardia, al pari dello Stato centrale, punti sui forti incentivi per il trasporto su gomma con fondi per nuove strade ed autostrade anziché investire queste somme nel trasporto pubblico. E' forse giusto chiedere dei sacrifici ai cittadini italiani per un miglior servizio, ma tale sacrificio dev'essere accompagnato da maggiori investimenti regionali e statali, altrimenti rischiamo di cadere in una logica privatistica del trasporto su ruota, dove lo stesso non è più un servizio, ma un bene, e come tale non può vivere in una situazione di monopolio. Non è certamente la strada del privato quella da percorrere.

Sperando, come canta Guccini in una sua canzone, che la ferrovia e la locomotiva torni ad essere lo strumento del popolo contro l'ingiustizia e le differenze

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