giovedì 30 giugno 2011

Federalismo dei rifiuti

E' notizia ormai risaputa che i leghisti e la Lombardia in particolare, per voce del suo presidente Roberto Formigoni, non vogliono i rifiuti solidi urbani della città di Napoli che si trova in questo momento in uno status di emergenza.

Il grido di battaglia è "Ognuno si smaltisca i propri rifiuti", eppure è necessario sottolineare come molte e grandi aziende del nord Italia smaltiscano i propri rifiuti, in forma illegale, nel sud Italia, e in particolare nel nord Campania, attraverso la complicità attiva con le organizzazioni criminali.
E' un fatto ormai appurato da diverse inchieste giornalistiche, e ancor più importante da inchieste giudiziarie.
Il meccanismo è molto semplice. Le industrie del nord fanno entrare i propri rifiuti pericolosi in grandi centri di smaltimento che, senza averli mai trattati, li fanno uscire e tramite associazioni mafiose li portano nelle campagne del sud Italia, in particolare nel Casertano e nella zona nord della provincia di Napoli.
Qui tramite le organizzazioni di stampo mafioso, in discariche più o meno legali, sversano il tutto senza preoccuparsi dei danni al territorio e a coloro che sul territorio ci vivono.
E' una fonte di guadagno per tutti, per l'industriale del nord, per colui che deve trattare i rifiuti, per gli abitanti del nord Italia che vedono portati via i propri rifiuti e per i clan camorristici.
E se tutti nel ciclo di produzione ci guadagnano a perderci sono solo gli abitanti del meridione che oltre a vedersi devastato l'ambiente in cui vivono, vedono la potenza economica dei clan ulteriormente accresciuta.

Bisogna prendere atto di ciò per sperare di comprendere le motivazioni che portano a sollevazioni popolari ogni qual volta si parla di aprire nuove discariche e/o inceneritori.
In una società dove la corruzione è al livello di terzo mondo, chi può assicurare ai cittadini che nelle discariche non vengano sversati rifiuti pericolosi (soprattutto del Nord) o negli inceneritori non vengano bruciati rifiuti altrettanto pericolosi facendo cosi disperdere nell'aria ogni tipo di inquinanti?

Eppure nel momento in cui si arriva a chiedere una mano alle regioni del nord, che ricordo hanno partecipato tramite le loro industrie alla distruzione dell'ambiente del sud, esse si indignano e puntano il dito contro l'incapacità e l'inefficienza del sud Italia - quando non si appellano ad una presunta inferiorità genetica delle genti del sud.


Per funzionare in maniera ottimale un inceneritore deve mantenere una temperatura di combustione all'interno di un determinato range, altrimenti emette sostanze cancerogene. Questo è sicuramente uno dei motivi principali della bassa percentuale di riciclaggio - in particolare della plastica che ha un alto potere calorico - nella città di Brescia.
Ma quando i bresciani non producono abbastanza rifiuti è dunque necessario andare a ricavare questi rifiuti da qualche altra parte.
Cosi l'inceneritore della leonessa, che le vecchie amministrazioni di centro sinistra hanno progettato sovradimensionato, brucia circa 300mila tonnellate all'anno di rifiuti provenienti da fuori Brescia. Ma attenzione, proveniente però non da situazioni dove è presente un'emergenza, che anche Brescia ha contribuito a creare, ma da altre province lombarde o da altre regioni rigorosamente del nord Italia.
Qualcuno chiama tutto ciò federalismo dei rifiuti, io trovo più consono il nome Razzismo dei rifiuti.
Senza pensare male, si potrebbe dire molto più semplicemente che la Lega Nord, che tante campagne fa contro il sud e i suoi rifiuti, abbia un proprio tornaconto personale a veder accresciuta insieme alla ricchezza del nord anche la ricchezza delle organizzazione criminali del sud.

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