venerdì 21 ottobre 2011

Ripopolare Brescia

E' questa la provocazione che Aldo Cazzullo propone sull'editoriale del dorso bresciano del Corriere della Sera in edicola oggi.

A leggere il titolo le prime cose che vengono in mente sono il nostro sindaco Adriano Paroli e il suo progetto di portare Brescia ad ospitare 220mila abitanti. Eppure la provocazione di Cazzullo è molto più fine ed intellettuale.
Egli non si pone il problema della dimensione numerica, ma quando della dimensione culturale e sociale della città.
La ripopolazione culturale non passa dall'aumento del numero di cittadini (o almeno non necessariamente) quanto da un nuovo modo di vivere la propria città ed i suoi spazi. Una città che non sia più un dormitorio - come disegnato da alcune visioni capitalistiche ed individualistiche - ma un centro di socialità dove la gente possa incontrarsi e produrre cultura. Una crescita quindi di consapevolezza della comunità e non semplicemente una crescita numerica della comunità.

Due punti di vista che partono da due piani completamente diversi per arrivare a due conclusioni opposte.
In particolare quello che il famoso editorialista osserva è la sempre maggiore disaffezione e conseguente desertificazione del centro storico da parte dei propri abitanti. I bresciani. Una città è tale non solo per gli edifici che la adornano e la compongono, ma anche e soprattutto dall'insieme di cittadini che la vivono e ne rappresentano l'anima.
Un'anima, e qui sta l'innovazione del suo pensiero, che non cresce e si rafforza mandando via il diverso, ma che anzi del diverso di nutre, ma facendo rinascere lo spirito originario che dev'essere in grado di fondersi con il nuovo per creare originali esperienza di vita cittadina. E' quello che la Lega non vuole.
E' quindi necessaria la ricerca di un nuovo appeal per il centro storico che finora l'amministrazione comunale non ha effettuato, con le conseguenze che oggi tutti noi abbiamo davanti agli occhi un centro storico in stato di abbandono.
Un appeal che deve essere rilanciato e rivolto verso le nuove generazioni (le nuove famiglie, gli studenti, i giovani single) anche e soprattutto puntando su una nuova proposta culturale e sociale.

Riprendiamoci Brescia, non per mandare via gli extracomunitari che la abitano, ma per farla tornare a nuova vita. Parafrasando una famosa pubblicità, facciamo di Brescia una Grande Città e non una città grande.

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