venerdì 14 ottobre 2011

E' colpa dei radicali o di noi stessi?

In questi minuti è stata votata la fiducia all'esecutivo governativo guidato da Berlusconi. Per l'ennesima volta la possibilità di far cadere il governo e con esso Silvio Berlusconi è sfumata mestamente nei numeri. Di contro ci possiamo consolare prendendo atto che il governo italiano è ormai ostaggio di diversi gruppi politici che agiscono guidati da soli scopi personali.

Ma se da una parte - centrodestra - è viva la soddisfazione per questa vittoria, dall'altra, tra gli elettori del centro sinistra, ritorna lo scoramento di vedere il proprio avversario sempre in sella seppur di un cavallo azzoppato.
Scoramento che inevitabilmente cerca un proprio capro espiatorio per scacciare da se ogni presa di responsabilità, nel caso ce ne siano.
In particolare fin dai momenti seguenti l'enunciazione del risultato (316 si contro 301 no) si sono scatenati su facebook i tanti elettori del Partito Democratico con commenti più o meno duri contro i 5 deputati radicali che sono entrati durante la prima chiamata aiutando cosi a raggiungere il numero legale.

Quello su cui dobbiamo però interrogarci è se sia realmente colpa dei radicali o non ci sia una più grave responsabilità a monte.
Propendo per questa seconda linea. Penso che la colpa di tutto ciò sia rilevabile in un soggetto con nome e cognome: Walter Veltroni.
Le sue manie di grandezza di un PD come partito inclusivo e autosufficiente ha portato nel 2008 ad includere nelle liste elettorali del Partito Democratico anche la truppa dei radicali di Bonino e Pannella.
Forse Veltroni - che ha seduto in parlamento per molti anni - non conosceva il modo di pensare e di agire dei radicali? Si era forse dimenticato di come hanno sempre predicato e agito i radicali in oltre 30 anni di presenza in parlamento?
Certo che no! Ma avrà pensato che tutto poteva essere messo a tacere di fronte alla necessità di un calcolo meramente elettorale - per di più errato - per tentare di imporre la sua visione di bipartitismo in un paese che da sempre non è avvezzo a queste configurazioni politiche.
Ancora una volta - semmai ne avessimo ancora bisogno - vediamo dimostrato come accordi che si fondano su meri calcoli elettorali, e senza una base politica, non possono che portare a tensioni e passi falsi.
Non è quindi colpa dei radicali, che hanno preso quello che Veltroni gli ha dato portandogli in dote una percentuale minima di voti, ma dello stesso Partito Democratico e dell'allora segretario che, ricordo, ancora oggi va in giro a spacciare la sua visione di partito senza rendersi conto di quanti danni ha fatto al centrosinistra italiano.

Chi è causa del suo mal pianga se stesso!

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