giovedì 27 ottobre 2011

Quando i partiti lottizzano il pubblico

"‘O pesce fete d’a capa" (il pesce puzza dalla testa) è un proverbio campano molto utile per dare avvio - ed in conclusione per riassumere - ad un'analisi sulla malagestione dell'amministrazione pubblica.

Se per lungo tempo l'attacco alla Pubblica Amministrazione era prerogativa solo di alcuni settori, nell'ultimo periodo con l'avvento della crisi e la conseguente necessità di forti tagli, da tutte le parti si parla molto del costo e dell'inefficienza della Pubblica Amministrazione. Discussioni che si risolvono nell'invito ad un taglio generalizzato ai fondi per la pubblica amministrazione senza analizzare le varie professionalità e competenze presenti. Un taglio che si risolve a discapito di chi ben gestisce e di chi lavora all'interno degli uffici pubblici perché quest'ultimi non vengono valorizzati da dirigenti incapaci o disinteressati a svolgere il proprio lavoro per le resistenze politiche al cambiamento.
Ed è proprio qui che sta il problema. Un problema ben identificabile che va oltre quella distinzione che molti fanno tra privato e pubblico.

Infatti nella gestione dell'apparato pubblico sussiste sì un costo economico, che nella visione della classe dirigente nazionale è di secondo piano, ma sopratutto un costo politico. Non è un caso se i dirigenti delle imprese pubbliche siano tutti di nomina politica: è la conseguenza, e la causa, di quella lottizzazione dello stato da parte dei partiti denunciata già negli anni '80 da Enrico Berlinguer.
La conseguenza della lottizzazione dell'apparato statale è semplicemente l'impossibilità - e la mancanza di volontà - di rimuovere un dirigente incapace, perché ricopre quel ruolo non per le competenze personali ma per affinità politica. Chi gestione gli organi statali non risponde più al popolo, suo datore di lavoro, ma al politico che l'ha messo lì e che non ha alcun tornaconto a rimuoverlo finché si mostra fedele.

Non penso che sia necessario portare alcun esempio per supportare questa tesi essendo tutto questo sotto gli occhi di tutti, tutti i giorni, ma farlo chiarirebbe certamente molti aspetti. Per rimanere nel caso bresciano e nelle più famose controllare:

Brescia Mobilità: Presidente Valerio Prignachi (ex assessore provinciale)
Brescia Sintesi: Presidente Giovanna Prandini (figlia di un ex senatore DC)
Brescia Trasporti: Presidente Andrea Gervasi (ex presidente di circoscrizione per il centro sinistra passato con il centrodestra alle ultime amministrative)


Fino al caso più emblematico di lottizzazione della cosa pubblica: l'ex assessore Orto (in quota UdC) dopo esser stato tagliato dalla giunta del sindaco Paroli è stato prima collocato nel CdA delle Autostrade Centropadane e poi successivamente - cosa di pochi giorni fa - è stato nominato vicepresidente della GESI. Guarda caso il presidente è un uomo della Lega dal luogo curriculum politico anziché di gestione d'impresa.

Ancora una volta i problemi sono gli stessi da 30 anni e sono le cause primarie dei problemi dell'Italia di oggi, ma ancora una volta la massa preferisce prendersela con il semplice impiegato - spesso semplice vittima del sistema - che con la più generale gestione del bene pubblico, perché la stessa mentalità della società italiana giustifica queste lottizzazioni.

3 commenti:

  1. Dici delle cose giuste, ma mi voglio per l'ultima volta concentrare su un aspetto secondario.
    Era in voga anni fa, ma c'è ancora, il Bingo delle Cazzate della New Economy:
    http://www.phibbi.com/extra/bingo.php
    In sostanza c'è un generatore di cartelle con termini astrusi (vedete il link), si va in riunione (briefing) e vince chi colleziona tutte le sue frasi, come in una tombola.

    Esiste una versione aggiornata per i blog in cui si deve citare sempre la stessa parola o frase ed a te è toccato "Enrico Berlinguer"?

    Sul nepotismo e familismo, bell'intervento.
    Che mi dice dell'attuale direttrice del TG3, dell'ex ministro della Pubblica Istruzione 1996-2000 ed attuale parlamentare europeo e del plurideputato e senatore nonché fratello Giovanni Berlinguer?

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  2. Probabilmente a me è capitato Enrico Berlinguer, a te Pippo Civati.

    Mi fa sorridere questo tuo atteggiamento nei confronti di questo uomo politico. Proprio da parte di una persona che in ugual modo vede Pippo Civati come il Messia.
    Parafrasando Scalfari: Pippo Civati non è la madonna, anche se qualcuno non se ne ancora accorto.

    Per quanto riguarda i due parenti da te nominati, ti invito a leggere le loro biografie. Potrai vedere come sopratutto nel caso del fratello l'influenza di Enrico sia stata del tutto nulla.
    Ma a volte è più facile fare il bastian contrario su tutto anziché sforzarsi di rendere merito alle persone

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  3. Sono cristiano, non ebreo, non aspetto più il Messia.
    Ti faccio notare che secondo il motore di Google tu citi Berlinguer nel 4,44% dei tuoi post (di cui alcuni recenti). Secondo lo stesso motore sul mio blog io cito Civati (un politico che fa attività OGGI, organizza convegni, viene in provincia di Brescia, è consigliere regionale del mio - nostro? - partito) nel 4,01% dei post.

    Non nego la storia, Senatore Curcio, "se ho visto lontano, è perché stavo appollaiato sulle spalle di giganti" scriveva il buon Isaac. Ma, lui, guardava avanti...

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