sabato 29 ottobre 2011

Di un chiarimento sul Pierangelo Ferrari

Dopo la pubblicazione del precedente post, in cui rispondevo ad alcuni passaggi di un post dell'onorevole Pierangelo Ferrari, mi sono arrivate diverse telefonate e messaggi da parte di amici e compagni.

Sarò sincero, inizialmente non ho dato peso a queste chiamate, sicuro che un blog come il mio difficilmente potrebbe risultare interessante per le alte sfere del Partito.
Solo dopo aver visto che il post in questione ha attirato molti lettori - ed è stato linkato anche su altri blog - ho deciso di riflettere sulle critiche mossemi da coloro che mi hanno contattato in forma privata.

Una riflessione che mi ha portato a compiere una personale autocritica non tanto sui contenuti - che ribadisco ed esporrò poi meglio - ma quanto sulla forma, che risulta a tratti viziata da una peculiarità giovanile com'è l''entusiasmo e il trasporto emotivo. Forma che per questo motivo può essere sicuramente da molti tacciata di  arroganza e da alcuni vista come attacco personale all'onorevole Ferrari. Da parte mia non può che essere testimonianza di quanto prenda a cuore la politica e l'impegno che io e i miei coetanei mettiamo all'interno del Partito Democratico e della sua giovanile. Si può forse criticare ad un giovane l'esuberanza e la franchezza anche quando questa vada a discapito di una forma politica? Io credo di no, penso che sia proprio in queste critiche il peggior sintomo di invecchiamento del Partito e della mentalità italiana.

Fatte queste premesse, veniamo dunque al motivo per cui scrivo questo secondo post: chiarire la mia posizione sull'onorevole Ferrari che sicuramente si è dimostrata ambigua nel precedente intervento per quanto sopra illustrato.

Personalmente apprezzo la presa di posizione di Ferrari in difesa della lettera dei tre boaresi - come lui stesso li definisce facendo un parallelismo con i protagonisti di un libro Adolfo Bioy Casares. Un apprezzamento ancora maggiore quando tale presa di posizione viene fatta in un clima di tensione perenne come quello che si respira ormai da mesi nel Partito Democratico.
Se da un lato gli va dato questo grande merito, a differenza di altri notabili del partito che hanno usato questa lettera per sferrare l'ennesimo attacco ad una generazione, dall'altro non posso che dirmi amareggiato di alcune sue prese di posizione.

Mi riferisco alla frase già sottolineata nel precedente post. L'onorevole Ferrari come molti altri cade nel tranello di vedere i giovani pronti ad uccidere a tutti i costi i vecchi - da qui l'ardito parallelo con il libro - per garantirsi un futuro.
E' una visione neogiovanilista - Renziana ed in parte di alcuni Civatiani - che considera giovani e nuovi solo coloro che sono disposti ad alzare la voce e a buttare via tutto, dagli ideali ai predecessori, senza fare alcuna distinzione, quasi che fossero un fardello troppo pesante con cui confrontarsi,  e da cui si ha paura di uscir sconfitti.
Sono giovani solo coloro che hanno il coraggio di affrontare questo rito di iniziazione quasi religioso, un nuovo dogma.

Convinzione questa che porta ad osservare tutto il mondo giovanile fuorché quello interno al partito considerato ormai corrotto e in attesa di cooptazione.
I giovani che fanno analisi politica in silenzio senza attaccare il notabile di turno, che lavorano per il Partito, che parlano con i propri coetanei non sono più considerati degni di una sensibilità politica perchè non sono pronti ad aggredire chi è più vecchio di loro. Andiamo a cercare nel giardino del vicino dove l'erba è sempre più verde, andiamo a cercare nel giardino dell'antipolitica.
Ecco costruita l'egemonia mediatica e culturale dei pochi, spesso neanche veramente giovani, sulla grande massa di chi poi giovane lo è veramente. La colpa della mia generazione è stata quella di aver lasciato fare. La colpa dei grandi è stata quella di credere che tutti i giovani siano cosi, e solo cosi si può essere giovani.
E' il grande tranello in cui anche l'onorevole Ferrari con molti altri è caduto, e che ha portato a confondere le istanze dei tre boaresi con le istanze di Renzi.


Per questi motivi il mio invito all'onorevole Ferrari rimane, sperando che egli possa coglierlo. Un invito che non vuol essere un affronto alla sua persona, anche se questa poteva essere la sensazione dettata dalla scrittura passionale.
Qualcuno l'ha chiamato confronto, io preferisco definirla una sfida.
Una sfida non con il sottoscritto, ma con il movimento giovanile. Una sfida positiva che viene lanciata da un giovane verso un parlamentare che ha avuto il coraggio di difendere il tema del ricambio generazionale, ma che ha dimostrato ancora una volta come nel Partito ci sia una visione distorta sui giovani e su quello che i giovani desiderano rappresentare.

6 commenti:

  1. 1) i civatiani non esistono
    2) se anche esistessero, nel momento in cui facessero la stupidaggine che descrivi, cesserebbero di esserlo.

    Ti ho visto a più d'una serata con Civati. Forse pensavi ad altro, non ci hai capito molto. Del resto i tuoi interventi in quelle sedi erano lunari imprecisi ed inappropriati.

    E scrivere quello che hai scritto in questo post dopo che l'hai fatta fuori dal vaso nell'altro - che dire - dimostra approssimazione e grossolanità.

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  2. Tutto questo astio nella tua risposta. Mi sa proprio che abbiamo qualcuno con la coda di paglia qui sopra.

    Ma dopotutto un commento del genere non può che confermare quanto sopra scritto.

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  3. ma perchè perdo tempo a leggere queste cose!

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  4. Se non lo sai tu che le leggi, figurati se posso risponderti io che manco so chi sei

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  5. Io,invece, ho apprezzato nel tuo secondo intervento la volontà che traspare di evitare di cadere nel tranello della guerra"Giovani Vs. Vecchi". Come ho già scritto in altri blog credo che sia la "moda" del momento, e ti spiego.
    Sono convinto che questo nostro Paese sia ingessato e che molte energie vitali (sopratutto per ovvii motivi quelle giovanili) siano messe nell'impossibilità di agire.
    Non ti annoio con analisi sociologiche.
    Solo dico che la vera guerra non è "giovani Vs. Vecchi" ma è la "guerra di liberazione delle energie" ( più o meno giovani ) dalla necessità di "tutele" ( dalla raccomandazione alla copertura politica, od all'entrismo negli ambienti "che contano"). E questa guerra la si può fare in nome del Liberismo selvaggio ( legge della Jungla che favorisce chi è già forte ) oppure in nome di una società moderna e solidale che garantisca pari opportunità a tutti. Io scelgo la seconda ed il mio invito è a non cadere nella trappola.
    E, sopratutto, a non ricadere nel fascino dell'uomo solo al comando, anche se di sinistra o di centrosinistra. Abbiamo già dato, ora basta.Io non ti conosco e sono un "dinosauro", ma permettimi di dirti una cosa: si può sbagliare forse, ma quel che conta è continuare a cercare le risposte.Non farti intimidire, mi raccomando continua a cercare. Ciao.

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