giovedì 4 agosto 2011

A quando il Penati bresciano?

In questi ultimi tempi si parla molto, all'interno del PD e non, del caso Penati e della corruzione, concussione degli amministratori pubblici in particolare nei rapporti con i costruttori.
Tematica questa che sicuramente coinvolge ancora di più la zona lombarda in quanto zona con il maggior consumo del territorio in Italia.

E se nella zona di Milano lo scandalo di Penati è solo l'ultimo a venire alla luce - ricordando che Tangentopoli parte proprio dalla città lombarda - nella zona bresciana i casi sono sporadici e dopo un'iniziale pubblicità spariscono anche dalle cronache locali - vedasi il caso di Castelmella.

Mi sento però sicuro nell'affermare che la mancata scoperta di casi simili non equivale alla loro assenza.
Negli anni passati e tutt'ora da una parte e dall'altra i legami tra la politica e i costruttori sono sempre più forti. Giusto per rimanere al passo con i tempi e limitandoci alla città di Brescia, i grattacieli davanti a campo Grande, il grattacielo d'innanzi alla Freccia Rossa, poi i tanto annunciati e sponsorizzati cittadella dello sport, sede unica del comune, parcheggio sotto al castello ecc...

Davanti alle perplessità legittime di molti cittadini che contestano questo continuo costruire, e quindi di consumo del territorio, in un periodo di crisi del settore immobiliare, la politica di ieri e di oggi non si fa scrupolo a portare avanti questi dispendiosi, economicamente ed ecologicamente, progetti. Tutto questo fa sorgere dei legittimi dubbi su questo continuo intrecciarsi di interessi tra politica e costruttori. Legami resi ancora più stretti dalle comuni appartenenze di questi due soggetti a lobby politico-economiche come sono Comunione e Liberazione/Compagnia delle Opere nel bresciano e più in generale in Lombardia.

A questo punto lo scandalo in salsa bresciana sulla scia del caso Penati è solo una questione di tempo e di lavoro della magistratura

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