giovedì 18 agosto 2011

Che sia questo che crea il disagio sociale a Londra?

In un precedente post parlavo degli scontri di Londra, e più in generale dell'Inghilterra, avvenuti qualche settimana fa.
Ho parlato di disagio sociale e della responsabilità che il new Labour di Tony Blair, prima e di Gordon Brown dopo ha avuto sulla crisi sociali in atto.

In questi giorni leggendo un libro sulla crisi di Vladimiro Giacché dal titolo "Il capitalismo e la crisi", mi è capito di imbattermi in alcuni dati quantomeno significativi. Ricopio quindi di seguito la pagina del libro, tralasciando l'analisi dell'autore e limitandomi ai dati spuri.

"Un buon punto di osservazione per misurare la compressione dei salari medi negli ultimi decenni è rappresentato dalla crescita della diseguaglianza sociale. Facciamo parlare le cifre, a cominciare da quelle che riguardano gli Stati Uniti. Tra il 1973 e il 2002 i redditi del 90% più povero della popolazione statunitense sono scesi del 9% in termini reali. Quelli dell'1% più ricco sono cresciuti del 101%, e quelli dello 0,1% più ricco addirittura del 227%. Risultato: nel 2005 il reddito dopo le tasse del quinto più povero della popolazione era di 15.300 dollari annui, quello del quinto mediano di 50.200 dollari, mentre quello dell'1% più ricco era superiore al milione di dollari. Negli anni tra il 1993 e il 2006 all'1% più ricco della popolazione americana è andata quasi la metà della crescita del reddito complessiva (proporzione che cresce a tre quarti se si considerano soltanto gli anni tra il 2002 e il 2006). Nel 2005, secondo i dati dell'US Census Bureau, l'indice della disuguaglianza tra i redditi ha raggiunto il massimo storico. Nel 2006 la quota di reddito che andava al 10% più ricco delle famiglie americane era il 49,6% del totale, la quota più elevata dal 1917 in poi (prima della grande crisi del '29 ndr). Nel 2007 l'1% più ricco della popolazione statunitense si appropriava di circa il 16% del reddito nazionale (nel 1980 tale percentuale era «appena» dell'8%)(40). La stessa divaricazione tra i redditi si registra in Gran Bretagna, dove la tendenza si è accentuata dopo l'ascesa al potere dei laburisti di Tony Blair nel 1997: anche qui, secondo i dati governativi pubblicati nel maggio 2009, la forbice della disuguaglianza è la più alta di sempre(41). [...] Infine, secondo una ricerca dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, i salari medi mondiali nel 1995-2007 sono rimasti al di sotto della crescita del Pil. Nella maggior parte dei Paesi la quota del reddito andata ai salari è scesa ulteriormente nel 2001-2007 rispetto al periodo 1995-2000.

(41) Sulla situazione britannica vedi M. Kelly, Povera middle class, «il manifesto», 15 giugno 2008, e M. Engel, a Faustian pact that backfired spectacularly, «Financial Times», 26 maggio 2009 


A quanto detto bisogna inoltre aggiungere nel caso specifico Britannico - il caso statunitense è un caso particolare di cui non desidero discutere adesso - che negli ultimi 30 anni il welfare state è andato via via scomparendo lasciando il posto a forme di assistenza private sul modello statunitense. 
Penso che questi dati siano emblematici e possano spiegare perfettamente la crisi sociale in atto di questi tempi a Londra e nell'intera Inghilterra. 

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