sabato 13 agosto 2011

E la risposta della socialdemocrazia europea qual è?

Penso che la lezione più importante dell'attuale crisi sia molto semplice e conosciuta da molti ormai da anni, eppure era sempre stata sottovalutata.
Le ragioni della crisi mondiale e di conseguenza dei singoli stati non è da ricercare nell'azione speculativa dei mercati o capitali locali.
Quella a cui siamo di fronte oggi, è una speculazione internazionale che muove una massa enorme di denaro in pochissimo tempo, ed è in grado di mettere in ginocchio intere economiche nazionali.

Appare quindi logico che una risposta ad attività eversive a livello internazionale non può che arrivare da un piano sovranazionale.
Nel nostro caso il piano sovranazionale è costituito dall'Unione Europea, ed è questa entità politica, oltreché economica, che deve farsi carico di stilare una linea comune sull'economia continentale. Solo adottando misure simili, e al contempo rispettose delle singolarità dei vari paesi, che l'Europa può sperare di uscire più forte dalla crisi.

Se questa è una prospettiva cara a molti non possiamo però illuderci che sia attualmente praticabile. L'autorità delle istituzioni europee è continuamente messa in discussione da più parti - soprattutto dai paesi ex comunisti che dall'ingresso nell'Unione pretendo solo i vantaggi e non anche i doveri - e ad oggi non è in grado di imporre una linea economica comune a tutti gli stati membri.

E' in quest'ottica che il Partito del Socialismo Europeo (PSE) ha il dovere di avviare, e concludere, in tempi brevi un'analisi politica ed economica dell'attuale crisi e conseguentemente stilare una seria proposta sovranazionale per combattere la crisi in atto.
Dopotutto il famoso slogan socialista "Proletari di tutti i paesi, unitevi!" può essere oggi riletta con lo slogan "Mercati di tutti i paesi, unitevi!".
Questo perché il destino del lavoratore del singolo mercato nazionale è ormai legato indissolubilmente agli altri mercati mondiali.
Un'unione dei mercati, non inteso nel senso consumistico del termine ma nel termine socialista. Questa unione deve portare ad un aumento dei diritti, a differenza di quello che avviene oggi dove sussiste una corsa al ribasso per quanto riguarda i diritti dei lavoratori.

Per questo motivo tale proposta dovrà essere recepita in toto nelle proprie linee generali da tutti i partiti nazionali che si rifanno al PSE e ad un'ideologia socialita in generale.
Successivamente i partiti nazionali, adattando con specifiche modifiche le linee generali alle singolarità nazionali, dovranno porre tale documento come la base della propria azione politica nel proprio paese. 


Solo in questo modo la politica, ed in particolare quella che si ispira all'ideale socialista, potrà svolgere il proprio compito in mancanza di istituzioni sovranazionali, e riportare al centro dell'economia nazionale e mondiale non più la speculazione finanziaria ma il valore del lavoro e i diritti dei lavoratori.

13 commenti:

  1. Proletari di tutti i paesi unitevi era il motto dell'Unione Sovietica, citazione dell'opera di Marx. Cosa c'entri questo in generale con il socialismo e soprattutto con l'attuale PSE ti toccherà spiegarmelo, e ci vorrà penso mezzo anno accademico...
    Non c'è qualcosina di meno stantio?

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  2. E comunque c'è poco da rosicare, per il PSE:
    http://coccaglio.blogspot.com/2011/07/la-politica-in-europa-mappa-dei-governi.html

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  3. Caro Filippo,
    capisco che per un buon democratico come te, nel senso di iscritto al Pd, la storia e i suoi insegnamenti possano essere stantii, ma da essi puoi trarre tanti insegnamenti.
    Ma come detto da buon democratico è meglio considerarla stantia per non accorgersi che il Pd non nasce come l'acqua santa è ha delle signore storie politiche alle sue spalle. Come si dice, è un nano sulle spalle dei giganti.
    Detto ciò, il motto "Proletari di tutto il mondo unitevi" (nella versione importata da Togliatti) non era solo il motto dell'unione sovietica, ma anche di molti partiti socialisti e comunisti in giro per il mondo.
    Il manifesto di Marx è stato per lungo tempo anche il manifesto dei vari gruppi socialisti: non ti devo certo ricordare che la falce e il martello sono stati nel simbolo del PSI fino al 1985.
    Mi dispiace quindi distruggere una tua certezza, ma il movimento socialista, che fa dell'internazionalismo una sua base fondante, si è basato anch'esso sulla dottrina di Karl Marx e ha usato anch'esso le sue parole, tra le quali lo slogan sopracitato, che riassume in poche parole le tesi socialiste, di cui quelle comuniste sono una "variante" (messa appositamente tra virgolette essendo ovviamente un termine inappropriato, ma che può semplificare la comprensione dei concetti).
    Eccoti spiegato cosa centra questo con il socialismo. Se questo centra con il socialismo, inevitabilmente centra anche con il PSE che proprio dal nome si rifà agli ideali socialisti, anche se rivisti in molte sue parti. Ma la necessità di un internazionalismo e di un'estensione dei diritti a livello mondiale è tutt'ora una priorità dei partiti socialisti, altrimenti non esisterebbe l'internazionale socialista è la sua giovanile IUSY.
    Come visto ti ho spiegato qual è il nesso, e mi è bastato molto meno di mezzo anno accademico.
    Riferendomi invece alla cartina che tu mi posti, la spiegazione è ancora più semplice: la strategia economica non è qualcosa che decidi oggi e domani mattina la cambi - nonostante nel nostro governo ci sia chi la pensa così - è quindi necessario per i partiti socialisti effettuare un'analisi a lungo termine è un progetto a lungo termine da attuare nell'eventual caso essi vadano al "potere" nei propri paesi. Nel caso che invece non riuscissero, potrebbero fare, partendo da tale base economica, una seria e costruttiva opposizione, che in altre parti d'Europa è molto più contemplata che non in Italia.

    Ma ripeto, mi rendo conto che per un buon democratico vedere tutte queste cose è difficile: bisognerebbe ammettere che il Pd non è pronto per fare tutto ciò, e che ha ereditato culture più grandi di lui che non è in grado, in questo momento, di portare avanti

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  4. Se il PD sia un nano lascialo decidere ai suoi iscritti, chi vivrà vedrà. Iscritti che credevo comprendessero te. Anche Marx era un nano (più basso di altri, invero) issato sulle spalle dei giganti del pensiero che lo hanno preceduto. Chi nel 2011 corre dietro a Marx (e fa politica, non dico epistemologia, per carità) sta perdendo il suo tempo e, quel che è più importante, rischia di farlo perdere agli altri.

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  5. (e non era una mappa - era un'animazione)

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  6. Essere iscritto al PD non vuol dire non poter fare critiche al partito.
    Quel che ti chiedo è perché neghi ad altri di dare giudizi sulla nanezza del PD e al contempo giudichi nano (non si sa su quali basi) un pensatore del quale è riconosciuta la grandezza, non solo da milioni di esseri umani che oggi seguono il suo pensiero, ma anche da molti che l'hanno sempre osteggiato.
    Che poi chi segue i dettami di Marx nel 2011 stia perdendo tempo è una tua supposizione alquanto discutibile. Ti consiglio di leggertelo Marx, scopriresti tante cose che ti sono sconosciute. E con lui ti consiglio di leggere anche Gramsci. Non certo per cambiare idea, ma se nelle maggiori università, anche di stampo anglosassone, si studia il pensiero di Marx e di Gramsci per poter compiere un'analisi più approfondita della società, probabilmente non erano gli ultimi due pirla arrivati.

    Ma se a te va bene seguire Veltroni e le sue idee, chi sono io per impedirtelo.

    Oltre al fatto che se vogliamo attaccarci sui termini, al massimo è - e non era - un'animazione. Comunque è l'animazione di una cartina e quindi una cartina stessa.

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  7. Azzo ti ho toccato il totem. Ogni uomo è nano. Il PD non è un uomo. E' un partito ancora neonato, giudichiamolo tra cent'anni.
    Tra l'altro la citazione di Bacone è un inno al progresso. Per quanto giganti abbiamo seppellito, guardiamo più alto e più lontano di loro, certo anche grazie a loro.
    Ti faccio una domanda diretta che richiede o un sì o un no: sei marxista?

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  8. Si, sono marxista, nell'accezione della frase di Berlinguer

    "Noi pensiamo che gli insegnamenti fondamentali che ci ha trasmesso prima di tutto Karl Marx e alcune delle lezioni di Lenin conservino una loro validità, e che vi sia poi, d'altra parte, tutto un patrimonio e tutta una parte di questo insegnamento che sono ormai caduti, che debbono essere abbandonati con gli sviluppi nuovi che abbiamo dato alla nostra elaborazione, che si concentra su un tema che non era il tema centrale dell'opera di Lenin."

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  9. Come "sì nell'accezione di Berlinguer?". La frase di Berlinguer si traduce ne: "non sono marxista".

    Comunque... tu l'avrai studiato sicuramente bene M., non sono decisioni che si prendono a cuor leggero. Quindi avrai tutta una scaletta di motivi (non dico hit parade per non apparire blasfemo) per cui ti dici "marxista nell'accezione etc..."
    Potrei sapere il primo?
    O magari i primi 3?

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  10. Sei per caso un provibiro del PD bresciano??

    Dire che la frase di Berlinguer si traduca come "non sono marxista" è una bella blasfemia, visto che Berlinguer si è sempre professato comunista.

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  11. Vedo che eludi le domande... alla prossima

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  12. Molto più semplicemente non devo giustificare la mia visione politica a te che non sei mai entrato nel merito del post, ma ti limita a commentare la maggior parte delle volte con il termine stantio

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  13. Andrea, sia il tuo dire SI SI o NO NO che il resto è del diavolo.
    Non stai dialogando con me al telefono, sei in piazza davanti ad un pubblico.
    Le domande le ho fatte, vedi tu se vuoi rispondere (non ellitticamente, però).
    Il fascista Fini diceva che chi non ha il coraggio di lottare per il suo ideale, o vale poco, o vale poco il suo ideale.
    Io non ti chiedo di lottare, ma almeno di professarlo, se perlomeno è tale.

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