martedì 9 agosto 2011

Comunicato Giovani Democratici di Brescia sulla riforma di Medicina














Comunicato Stampa
Le riforme del Corso di Medicina e Chirurgia e delle Scuole di Specializzazione medica


I ministri Fazio e Gelmini hanno lanciato, dopo la riforma del sistema universitario, anche la riforma del corso di Medicina e Chirurgia e delle Scuole di Specializzazione mediche.

Una riforma urgente di cui si sente da troppo tempo il bisogno. Come ha fatto notare il Rettore della Statale bresciana, nel 2025 a meno di correttivi mancheranno oltre 40mila medici al sistema sanitario nazionale.

Eppure leggendo le linee guida fatte pervenire fino ad ora dal ministero non possiamo che essere perplessi d'innanzi all'ennesima riforma fatta senza consultare gli studenti e i loro rappresentati negli organi nazionali.

Se da una parte non possiamo che essere soddisfatti del proposito di accorciare il percorso di studi dei futuri medici, dall'altra siamo preoccupati sulle ricadute che possono esserci sull'apprendimento da parte degli studenti e di conseguenza sulla futura preparazione del medico.

Per quanto riguarda la proposta di concentrare tutto il percorso di tirocinio nell'ultimo anno, anziché tenerlo frammentato su più anni, c'è il timore che questo nuovo meccanismo possa compromettere il percorso di apprendimento degli studenti. Un percorso che prevede solo nell'ultimo anno un tastare con mano la professione medica, porta con se il rischio di un distacco tra l'aspetto concreto e l'aspetto teorico della professione. Inoltre l'inserimento dei tre mesi di tirocinio valutativo all'interno dei canonici 6 anni, tenendo fermo il numero di crediti complessivi, non può che portare all'esclusione di precedenti attività formative. Attività formative che ad oggi rientrano nel bagaglio culturale e specialistico del medico.

Però come Giovani Democratici rileviamo come il principale ambito di riforma interesserà le scuole di specializzazione medica. In particolare in questo ambito siamo di fronte ad alcune assurdità a livello legislativo. Secondo la normativa vigente uno studente delle scuole di specializzazione deve conseguire ogni anno 60 crediti - in questo caso equiparati ad un qualunque anno accademico -, con ogni credito pari a 25 ore di apprendimento. Considerando che ad oggi gli specializzandi effettuano 36 ore a settimana di lezione, frontale o pratica, e considerando 48 settimane in un anno, abbiamo un monte ore di apprendimento pari a 1728 ore/anno, un totale che sfora di oltre 200 ore il limite imposto per legge. Un aumento delle ore/settimana come quello auspicato dal Rettore Pecorelli non farebbe altro che aggravare una situazione già paradossale.
Inoltre secondo la legge 368/99 poi modificata dalla legge 266/05 i medici specializzandi sono contrattualizzati secondo regole di formazione specialistica. In altre parole quello che svolgono non è qualificata come attività lavorativa, ma bensì un'attività di formazione specialistica che deve svolgersi in forma teorica e pratica sotto la supervisione, e la guida, di specialisti che devono far acquisire gradualmente una propria autonomia, di nozioni e di responsabilità, allo studente. E' comunque obbligatorio l'affiancamento di un medico allo specializzante che effettua il turno di attività pratica guidata.
Ad oggi con la carenza di medici in servizio presso il ssn gli specializzandi dell'ultimo anno svolgono turni in ospedale senza alcuna supervisione, praticando cosi – senza poter toccare il paziente – il lavoro del medico. Come Giovani Democratici ci domandiamo come i futuri specializzandi potranno essere seguiti se il loro impegno di formazione verrà portato già solo a 50 ore a settimana.
La nostra preoccupazione, e in questo ci uniamo alla CGIL, è che questa nuova riforma serva soltanto a coprire una voragine occupazionale che si fa di anno in anno più profonda, facendo fare il lavoro del medico specialistico a chi la specializzazione non l'ha ancora conseguita, creando cosi una forma illegale di precariato.
Come Giovani Democratici ci rendiamo conto della necessità di una riforma del sistema di istruzione medico e, per questo motivo, chiediamo ai ministri Gelmini e Fazio di aprire un serio confronto istituzionale con tutte le parti sociali. Ma da parte della politica è necessario che ci sia il coraggio di effettuare una seria riforma che coinvolga tutto il sistema e che abbatta determinati privilegi.

Come Democratici crediamo che il confronto non possa che partire dalla discussione sul necessità o meno del numero chiuso e sullo scompenso occupazionale, in negativo, che questi ha portato al sistema sanitario nazionale.
Per questo motivo, come giovani e come universitari, ci mettiamo a disposizione fin da ora dei Ministri competenti per un serio e aperto confronto quando questi lo reputeranno necessario.

Andrea Curcio
Responsabile provinciale Università Giovani Democratici Brescia

Brescia, 8 Agosto 2011

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