mercoledì 10 agosto 2011

Londra la prossima san Pietroburgo?

"E' solo delinquenza comune" sono queste le affermazioni del Primo Ministro inglese Cameron al suo rientro in patria a causa dei gravi scontri che in questi giorni si sono propagati, dopo aver messo a ferro e fuoco Londra, verso molte città inglesi.

Sinceramente non posso credere che Cameron non sia in grado di leggere la reale situazione e rendersi conto della vera condizione in cui versa il suo paese e più in generale il mondo occidentale.
Le sue parole dell'altro giorno sono in palese malafede. Questo perché solo catalogando gli scontri come comune delinquenza la polizia, e la società, inglese avrà una giustificazione morale per la dura repressione che metterà in atto nei confronti dei rivoltosi.

Non si tratta semplicemente di comune delinquenza o di rivolta etnica. L'Inghilterra è da sempre esempio di integrazione culturale per via della sua lunga storia colonialista. I quartieri periferici di Londra non sono le povere banlieue parigine dove migliaia di migranti sono confinati in ambienti dal forte disagio sociale.
Negli scontri di questi giorni c'erano giovani di ogni colore e cultura.

Quella a cui assiste la società inglese, e con essa il mondo, è una protesta generazionale non etnica. Qualche mese fa hanno iniziato gli universitari, oggi tocca ai giovani senza futuro, rifiuto di una società che ha cercato sempre e solo l ricchezza individuale a discapito di tutto il resto.


Cameron sa bene che quello che sta succedendo altro non è che la naturale conseguenza di 30 anni di politiche neoliberiste, di distruzione del welfare state e del sempre maggior distacco tra i tanti poveri e i pochi ricchi.
Il primo Ministro governa uno dei due paesi culla del neoliberismo occidentale che è alla base della crisi economica attuale. Lo stesso Labour party inglese sotto Blair e Brown si era convertito al liberismo - per tornare adesso verso la socialdemocrazia con Ed Miliband - continuando in una politica di smantellamento del welfare state che si è protratta fino ad oggi con l'unico effetto di far venire meno il supporto sociale alle classi povere del Regno. La crisi economica ha fatto il resto, accentuando le differenze e le difficoltà che già c'erano.

Una crisi generata dai ricchi ma che, come nel resto del mondo, anche nel Regno Unito la stanno pagando i poveri.

Solo in questa ottica possono essere letti i disordini di questi giorni a Londra. L'esplosione del disagio sociale di una generazione a cui stanno rubando il futuro.

Londra non sarà la San Pietroburgo del 1917, ma sarà con molta probabilità il punto di partenza per le future proteste di un'intera generazione, in Inghilterra come nel resto d'Europa.

6 commenti:

  1. Detto fatto :P: secondo me affronti l'analisi dal lato sbagliato Curz. Più che una protesta nei confronti del disagio mi sembra più una rivolta frutto del disagio. Il problema va ricercato nel disagio sociale creato, come sottolinei giustamente, da anni di politiche liberiste e di diseguaglianze acuite. Ma questa rivolta è forse il frutto più perverso, cioè una rivolta non consapevole (e quindi tacciabile come criminalità dai veri responsabili della situazione), indiscriminata (una guerra tra poveri), incontrollata. Strumentalizzabile ,e ,in ultima istanza, perdente.

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  2. Mah, da quando in qua fottersi uno schermo al plasma sottende tante e tali analisi sociopolitiche? Sicuramente è delinquenza che nasce dal disagio sociale, ma sempre di delinquenza si tratta...
    Sicuramente Blair ha compiuto grossi errori dopo l'11/9, soprattutto nell'asse nefasto con Bush, ma riscrivere sol per questo la storia del Labour sotto Blair è miope ed ingeneroso.

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  3. Non sono l'unico che ha una visione negativa del labour sotto Blair. Per farti un esempio, lo stesso Visco - non l'ultimo arrivato - durante il corso di formazione nazionale dei Giovani Democratici a L'Aquila ha espresso un giudizio negativo sull'operato del Labour sotto la presidenza Blair.
    Poi sicuramente come tante altre questioni, sono questioni soggettive, quello che rimane però è un forte disagio sociale acuitosi anche sotto il governo Blair.

    Poi come ha ben espresso Mattia, sicuramente in molti elementi manca la consapevolezza di una rivolta portatrice di disagio sociale, ma è come sminuire la piattaforma di tutto il movimento studentesco perché quattro imbecilli fanno a botte con la polizia.

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  4. 4 non sono gli imbecilli, al momento 4 sono i morti, è un po' diverso...

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  5. Ah la minchia dici niente Filippo...è "solo frutto del disagio sociale"...caspita ma è cosi difficile capire che se un fenomeno di delinquenza è cosi ampio e violento il problema c'è e non è solo di ordine pubblico? Si potrà rivedere in modo critico il new (ormai old) Labour (anche prima dell 11/9) o no? Se le politiche non le valuti sui risultati concreti quale ritieni sia il modo migliore? poi ciò non vuol dire buttare via il bambino con l'acqua sporca, ma nemmeno rinchiudersi ideologicamente su una difesa assoluta.

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  6. Mattia, ma lo sai che in Inghilterra c'è l'housing sociale e 1000 euro al mese per chi è disoccupato?
    Cose che i precari italiani vedono con il binocolo?

    Delinquenti sono, e vanno chiamati con il loro nome. Poi andiamo verso politiche di riduzione del danno, più inclusive, etc etc.

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