lunedì 22 agosto 2011

Il 20 Agosto termina la primavera a Praga e inizia a Roma

"La democrazia non è solamente la possibilità ed il diritto di esprimere la propria opinione, ma è anche la garanzia che tale opinione venga presa in considerazione da parte del potere, la possibilità per ciascuno di avere una parte reale nelle decisioni." Alexander Dubcek

Il 1968 fu un anno strano e difficile in tutto il mondo, ma in più che altrove, fu un anno strano nell'allora Cecoslovacchia. Quell'anno la primavera a Praga non inizio come dappertutto il 21 Marzo, ma il 5 di Gennaio quando Alexander Dubcek venne eletto segretario del Partito Comunista Cecoslovacco (PCC). Sarebbe terminata appena 8 mesi dopo il 20 di Agosto quando i carri sovietici, appoggiati da quelli di altri 5 paesi del Patto di Varsavia, entrarono nel paese che per primo cerco di andare oltre la fase sovietica attraverso un processo pacifico e all'interno, e nella continuità, di un modello socialista. Qualcuno potrebbe accostarla alla rivolta ungherese del 1956, ma se le rivendicazioni furono probabilmente simili, profondamente diverse furono le cause, le modalità con cui si svilupparono i fatti e sopratutto l'analisi che diedero avvio in tutto il mondo.


Il numero de L'Unità del 21 Agosto 1968
Per quanto riguarda l'Italia se le vicende del 1956 diedero delle picconate, quelle del 1968 fecero cadere il muro.
Il PCI era ormai pronto per una via italiana al socialismo e a mettere in discussione, comunque sempre con toni moderati, il ruolo guida del PCUS all'interno del movimento internazionale.
Fu una riflessione fondamentale che fu alla base delle trattative successive per portare il PCI nel governo durante la fine degli anni '70. Non fu un caso se alla base di entrambe le riflessioni si poneva una delle figure più importanti della storia comunista italiana: Enrico Berlinguer.

Il numero de L'unità del 22 Agosto del 1968
Nella colonna di sinistra si può
leggere il duro
attacco dell'ufficio politico del PCI nei
confronti dell'Unione Sovietica







Non essendosi formato alla scuola del Comintern, a differenza dei dirigenti della generazione precedente, ed avendo nel contempo maturato grande esperienza come dirigente di organismi giovanili internazionali, Berlinguer ebbe la forza e la capacità di avviare un'analisi critica dei cambiamenti in atto.
E cosi mentre la primavera a Praga terminava nel sangue e nelle successive fiamme di Jan Palach, in Italia si apriva una fase nuova, una primavera per il socialismo in salsa italiana.


1 commento:

  1. Qui riporto il "duro" attacco del PCi nei confronti dell'Unione Sovietica. Ognuno tragga le sue conclusioni:


    Si è riunito questa mattina l’Ufficio Politico del PCI con la partecipazione dei membri della Direzione presenti a Roma, per discutere la grave situazione determinatasi improvvisamente con l’intervento di truppe dell’Unione Sovietica e di altri paesi del Patto di Varsavia in territorio cecoslovacco.
    Le decisioni e le intese di Cierna Nad Tisou e di Bratislava erano state salutate dagli organi dirigenti del PCI con viva soddisfazione, in piena coerenza con l’esigenza da essi già posta di una soluzione politica dei problemi apertisi in Cecoslovacchia e nei rapporti tra la Cecoslovacchia e gli altri paesi socialisti: soluzione da realizzarsi nel rispetto dell’autonomia di ogni partito e di ogni paese, su una linea di sviluppo della democrazia socialista e di solidarietà col processo di rinnovamento in corso in Cecoslovacchia, e in modo da rafforzare effettivamente l’unità del movimento operaio e comunista internazionale.
    Allo stato dei fatti, on si comprende come abbia potuto in queste condizioni essere presa la grave decisione di un intervento militare. L’Ufficio politico del PCI cosidera perciò ingiustificata tale decisione, che non si concilia con i principi dell’autonomia ed indipendenza di ogni partito comunista e di ogni stato socialista e con le esigenze di una difesa dell’unità del movimento operaio e comunista internazionale. E nello spirito del più convinto e fermo internazionalismo proletario, e ribadendo ancora una volta il profondo, fraterno e schietto rapporto che unisce i comunisti italiani all’Unione Sovietica e al PCUS, che l’Ufficio politico del PCI sente il dovere di esprimere subito questo suo grave dissenso, riservando alla Direzione del partito una più approfondita valutazione della situazione e dei suoi ulteriori sviluppi; di farsi portavoce dell’emozione e della vivissima preoccupazione che in questo momento colpiscono il movimento operaio; e di riaffermare la propria solidarietà con l’azione di rinnovamento condotta dal Partito comunista cecoslovacco.
    L’Ufficio politico del PCI esprime l’auspicio che le forze democratiche italiane sappiano assumer euna posizione responsabile ed evitare ogni esasperazione; e impegna tutte le organizzazioni comuniste a sostenere le posizioni degli organismi dirigenti del Partito e a vigilare fermamente contro qualsiasi speculazione e provocazione anticomunista.
    L’Ufficio politico del PCI
    Roma, 21 agosto 1968

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