domenica 27 novembre 2011

Altro che porta, i buoi scappano per la mancanza di un recinto

Durante il convegno dei Cattolici bresciani del Partito Democratico il Sen. Galperti ha detto "no ad un partito con le porte girevoli".

Personalmente se fossi un dirigente del Partito Democratico prima di pensare alle porte penserei a costruire i muri portanti. In caso contrario c'è il rischio serio che i buoi anziché scappare ed entrare dalla porta girevole entrino ed escano grazie alla mancanza di un recinto.

L'incontro di ieri è stato significativo per capire dove si accinge, o dove vorrebbe accingersi, ad andare il Partito Democratico non solo bresciano.
Aldilà delle solite frasi di circostanza, quello che appare evidente dall'incontro agli Artigianelli è che lo scetticismo sulla direzione intrapresa dal Pd non è presente solamente a sinistra, ma è diffusa in tutte le sensibilità, anche tra i cattolici, quelli che da sempre sembrano i più convinti della scelta fatta nel 2007.

Il governo Monti, con il forte richiamo all'impegno attivo del Partito Democratico - impegno a questo punto non solo di opposizione -, sta facendo emergere le molte contraddizioni di un soggetto che ha sempre posticipato, fin dalla sua nascita, un confronto serio ed approfondito sui temi portanti dell'incontro tra due culture.
Un confronto mai affrontato che ha spinto nella giornata di ieri alcuni esponenti cattolici del Pd bresciano a dichiarare come alcuni temi - il testamenti biologico, la questione morale ed altri - non siano condivisi, e siano quindi elementi di rottura, all'interno del Partito Democratico. Temi questi che una forza progressista moderna ed europea non può permettersi di non affrontare nella loro interezza, e che sopratutto la base chiede di affrontare come ha dimostrato la buona percentuale di voti presi dal Sen. Marino durante l'ultimo congresso del Partito Democratico.
Un aut aut quindi da parte dell'ala destra che cerca di fermare alcuni dibattiti su temi caldi come quelli sopra detti. Per questo non dobbiamo stupirci di aver assistito nella giornata di ieri ad alcune dichiarazioni critiche e preoccupate anche da esponenti di primo piano della destra del partito (Peli e Manzoni su tutti) che azzardano anche alcune frasi dalle tinte fosche e piene di malumori sul loro non riconoscersi pienamente nella struttura e nei valori fondanti del Partito Democratico.

Se andiamo oltre ai malumori dei singoli possiamo però scorgere le grandi manovre dei cattolici del Partito Democratico. In questo periodo, in vista probabilmente di un congresso neanche da loro richiesto, si stanno attrezzando e stanno provando a mettere in piedi manovre di convergenza che possano lasciarsi dietro alcuni strascichi ereditati da alcune vecchie divergenze nell'allora Margherita.
Emblematico in questo senso incontrare anche esponenti del centro che in passato avevano preso strade diverse - Frati, Del Bono - dalla corrente principale.

E mentre i cattolici cercando prove di unità, dalla parte opposta gli ex Ds continuano ad azzannarsi tra di loro rievocando antiche rivalità non solo politiche.



2 commenti:

  1. mi piacerebbe capire perché chi, come Peli e Manzoni, ha espresso un giudizio critico sul Partito Democratico debba venire classificato come di 'destra'.

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  2. Come ben si evince da quanto scritte Peli e Manzoni non vengono classificati di destra, ma come destra del partito. In altre parole come quelli che all'interno del Partito Democratico occupano la posizione più a destra. Dire ciò è diverso da dire che Manzoni e Peli sono di destra, o che sono di destra perché hanno espresso un giudizio critico sul Partito Democratico.

    Spero di essermi spiegato meglio

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