venerdì 25 novembre 2011

Calo di iscrizioni all'università italiana


Il grafico mostra l'andamento in percentuale di nuove matricole in rapporto al numero di studenti diplomati rispetto l'anno scolastico precedente. Lo studio compiuto dall'Istat - il grafico è stato preso dal loro sito - analizza una serie storica che va dall'anno accademico 2002/03 per arrivare solo fino all'anno accademico 2008/09, non essendo disponibili all'atto della ricerca i dati degli ultimi A.A. Analizzando comunque i dati relativi agli ultimi anni possiamo vedere che c'è una consistente diminuzione di immatricolati che persiste anche negli ultimi anni non coperti dallo studio effettuato dall'Istat.

L'università italiana è sempre meno percepita come una tappa fondamentale per l'inserimento nel mondo del lavoro o come ascensore sociale.
Sempre più giovani italiani preferiscono direttamente l'immissione precaria nel mondo del lavoro, anziché investire dai 3 ai 5 anni nel mondo universitario. Questo perché per molti indirizzi di studio universitari la precarizzazione del lavoro post-laurea è ormai una realtà consolidata all'interno di un mondo del lavoro sclerotizzato ed incapace di riconoscere, e valorizzare, le capacità acquisite anche in campi non tecnici.
Capita cosi che gli studenti di percorsi di studio umanistico abbiano d'innanzi a se l'unica prospettiva dell'insegnamento, mentre in altri mercati - sotto questo punto di vista sicuramente più avanti di quello italiano - essi sono visti come una fondamentale e basilare risorsa intellettuale nella parte gestionale ed amministrativa delle aziende.

Inoltre se a ciò aggiungiamo che negli ultimi due anni l'università italiana è stata duramente attaccata dai media nazionali, per scandali veri o presunti, che ne hanno minato la credibilità giungiamo a comprendere il motivo per il quale molti studenti abbiano perso fiducia nell'istituzione universitaria.

Infine, sempre negli ultimi due anni, con il netto e quasi totale - 95% - taglio del fondo per il diritto allo studio si è esclusa un'ulteriore percentuale di studenti. Il ruolo di ascensore sociale, intrinseco nell'istituto universitario viene meno e coloro che non possono permettersi gli studi se non aiutati dallo Stato fanno venir meno la propria iscrizione.

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