venerdì 11 novembre 2011

Alla scuola padana non insegnano la matematica

Qualche giorno fa, con fare pomposo, il Movimento Studentesco Padano - sezione studentesca del Movimento Giovani Padani - è uscito su tutti i quotidiani della provincia - online e cartacei - celebrando l'elezione di ben 7 propri iscritti alla consulta provinciale degli studenti (CPS).

Continuando, facevano notare come questo grande risultato fosse stato conseguito prendendo la grande maggioranza dei voti dove eletti e che da questi sette avrebbero scelto un proprio candidato per la presidenza della CPS da proporre alle altre componenti presenti nella consulta.

Il primo passo, questo, per scalzare la predominanza di una certa sinistra estremista - cosi dichiaravano i giovani leghisti - dalle nostre scuole superiori e per riaffermare il diritto degli studenti padani ad avere una scuola di qualità che salvaguardasse i valori e le culture locali.

Eppure fino ad oggi erano al governo i loro genitori della Lega Nord. Gli stessi che hanno appoggiate le riforme e i tagli della Ministra Gelmini che hanno messo in ginocchio la scuola pubblica italiana.
Ma tralasciamo queste considerazioni meramente politiche e confrontiamoci invece sui numeri e di conseguenza su dei dati oggettivi difficilmente contestabili se non da chi si trovi in malafede.

La CPS è costituita da due studenti per ogni Istituto Superiore della provincia di Brescia. Prendendo i dati dal sito della provincia, elenco vecchio e mai aggiornato, risulta che le Scuole superiori in provincia siano quaranta - altri siti indicano numeri decisamente superiori, ma consideriamo tale numero in difetto.
Adesso con un semplice calcolo - 40x2 - vediamo che la consulta è costituita da 80 studenti eletti su tutta la provincia, e con un ulteriore semplice calcolo vediamo come la percentuale di eletti del MSP sia sotto il 10%. Un percentuale decisamente bassa per poter reclamare il presidente della CPS, e ancora più bassa per poter uscire su tutti i giornali e celebrare la grande vittoria della Lega nelle scuole bresciane.
Che sia forse che nelle fantomatiche scuole padane non insegnino la matematica, sostituendola con il dialetto? Per fortuna non siamo ancora arrivati a ciò, e la scuola italiana pone ancora le sue basi su l'insegnamento della matematica.

Ma allora perché tutto questo abbaiare a destra e a manca? Semplice strategia politica con un regista preciso. Fabio Rolfi.
Cito il vicesindaco del capoluogo non a caso.
Infatti i movimenti giovanili leghisti hanno ripreso vigore(??) da quando ha incominciato ad aleggiare la candidatura di Rolfi alla segreteria provinciale della Lega e si è rafforzata una volta che l'elezione è stata ufficializzata.

Ma perché proprio i giovani? Oltre ad avere dei debiti di riconoscenza verso questi movimenti - il vicesindaco si forma propri nei giovani universitari padani - essi sono quelli che più ricalcano lo stile iniziale della Lega Nord. Una forza di protesta con spiccata ricerca di tematiche forti come l'indipendenza, e che per forza di cose non possono più essere portate avanti con efficacia da coloro che si sono ormai corrotti con la famosa Roma ladrona. I giovani rappresentano la lega di piazza, Rolfi rappresenta la lega di Governo in grado di tirare le redini a questi aspiranti trota, cosa si può desiderare di più per lanciarsi politicamente?

Solo cosi si può spiegare il sorgere di iniziative in università, nelle scuole, banchetti di giovani per le vie cittadine e in provincia, quando negli anni precedenti l'iniziativa politica dei giovani leghisti era tendente allo 0.
Ma permane il problema della mancanza di risultati. Come nelle scuole superiori, anche nella rappresentanza universitaria i giovani leghisti sono ben lontani dall'ottenere risultati accettabili. 

Cosi in mancanza di veri risultati, li si sostituisce con una vera propaganda atta a far diventare importanti risultati insignificanti o a nascondere clamorosi fallimenti, dimostrando come Rolfi su tanti aspetti sia più leghista di Bossi.

Nessun commento:

Posta un commento