venerdì 4 novembre 2011

3 anni fa nasceva un nuovo mondo?

04.11.2008
Nuovo Mondo

Così titolava il quotidiano L'Unità nell'edizione del 6 Novembre 2008. Il giorno prima Barack Obama veniva proclamato vincitore delle presidenziali Usa svoltesi il 4 Novembre di quell'anno. 
Sullo sfondo del titolo la vista che poteva avere un ipotetico viaggiatore interplanetario dal suolo lunare. Un pianeta azzurro usciva dalle tenebre del buio siderale.
Una frase e un'immagine forte a simboleggiare un evento importante: per la prima volta nella storia degli Stati Uniti d'America un uomo di colore veniva eletto Presidente.
Prima pagina de L'unità del 6-11-08
Un evento non solo americano. Al contrario. Non fu solo la vittoria di quel gran sognatore che fu Martin Luther King e dei suoi seguaci, ma fu la vittoria di tutto un mondo. Quelle di quel 4 Novembre del 2008 furono probabilmente le elezioni più attese e seguite della storia mondiale.
Barack Obama, l'avvocato dei poveri di Chicago, figlio di un padre africano e madre americana bianca era diventato un'icona. Questo senatore dell'Illinois aveva battuto tutti con la sua immagine proropente e il suo slogan semplice ed efficace: Yes, we can. Chi di noi non l'ha mai ripetuto anche una sola volta da quel giorno? Chi all'interno della sinistra italiana ed internazionale non ha avuto un sussulto al cuore nel momento in cui apprendeva il risultato delle elezioni statunitensi?

Quel senatore nero dell'Illinois rappresentava per molti la rivincita degli oppressi sul sistema, la vittoria di un nuovo modello di intendere i rapporti sociali.
Si apriva una speranza, perché quell'uomo raffigurava la speranza. Per un attimo tutti gli abitanti della terra si fermarono, e credettero davvero nella possibilità di un mondo più giusto e senza guerre. Non a caso nemmeno un anno dopo quel 4 Novembre l'Accademia di Svezia consegnava al Presidente americano il Premio Nobel per la pace. 

«Solo assai raramente qualcuno è riuscito come Obama a catturare l'attenzione del mondo e a dare una speranza per un futuro migliore».

Cosi recitava una parte della motivazione per l'assegnazione del premio. Ancora una volta si ripeteva la parola "Speranza" (hope in inglese).
"La speranza è un sogno fatto da svegli" diceva Aristotele.

Ma cosa rimane di quel sogno?
Dopo poco meno di tre anni di presidenza - è entrato in carica il 20 Gennaio 2009 - quella illusione è ormai scomparsa. Barack Obama, il primo presidente afroamericano non è più l'uomo che ha fatto sognare il mondo.
E' stato tutto come un grande amore. Uno di quegli amori per il quale sei pronto a dare tutto e che quando finisce ti lascia distrutto, portandoti quasi ad odiare quello stesso amore che tanto ti ha dato.
E cosi è stato anche il rapporto tra Obama e i cittadini di tutto il mondo. Troppe speranze, troppe illusioni furono riposte sulle spalle di un uomo. Barack Obama pur incarnando l'icona del cambiamento rimaneva e rimane pur sempre un uomo. Le sue spalle hanno ceduto alle grandi pressioni, e alle grandi speranze provenienti da tutto il mondo.
Il grande amore si è spezzato e con esso sono cresciuti i grandi risentimenti, ma direi soprattutto la delusione, verso questo presidente degli Stati Uniti d'America.

Gli va dato atto di averci provato. Sarebbe disonesto affermare il contrario. Ha provato a cambiare il modello di vivere americano. Ha provato a dare ai poveri gli stessi diritti dei ricchi. Ha provato ad effettuare una diplomazia internazionale più sensibile e moderata e meno americano centrica.
Ma dopotutto rimane pur sempre il Presidente degli Stati Uniti d'America. La mentalità di una nazione ha infine vinto contro la speranza di un mondo.
Prima pagina de L'Unità del 05-11-08
E cosi dopo tre anni a rileggere quel titolo si nota un sorriso amaro. Un nuovo mondo? Forse si. Un mondo sull'orlo del collasso economico, dove nascono nuove guerre mentre le vecchie persistono. Un mondo dove le disparità sociali non solo non sono state bloccate, ma continuano ad essere sempre più accentuate tra nord e sud del mondo e tra classi sociali all'interno dei singoli paesi. Un mondo dove la finanza domina sui bisogni primari delle popolazioni.
Un mondo nuovo, sicuramente non quello sperato da miliardi di esseri umani all'indomani dell'elezione dell'avvocato dei poveri di Chicago.

Il merito ad Obama di averci fatto sperare.



"Dobbiamo accettare la delusione che è limitata, ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza." Martin Luter King 

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