martedì 8 novembre 2011

Berlusconi e i mercati. Solo gli idioti esultano

Si dimette o non si dimette?
È l'annosa domanda che tutti gli italiani si stanno facendo in questi momenti convulsi. E non solo gli italiani.
Anche il mercato finanziario globale sembra seguire con molta attenzione le evoluzioni della situazione politica del belpaese.
Appena qualcuno annuncia le dimissioni di Berlusconi c'è chi stappa uno spumante e chi fa salire le quotazioni delle varie borse. Viceversa appena arrivano le smentite qualcuno rimette il tappo alle bollicine e qualcun altro fa scendere nuovamente i titoli azionari e fa salire il famoso spread.

Una situazione, questa, che dimostra molto bene come i mercati nutrano scarsa fiducia nel Governo italiane nel suo presidente Silvio Berlusconi.
E ad ogni ennesima dimostrazione di ciò, una marea di allocchi - uso apposta un eufemismo - esulta come se lo stesso Padreterno avesse dimostrato come Berlusconi non sia degno di guidare il paese.
Chiariamoci, anch'io sono del parere, e non da adesso, che Berlusconi sia una persona non solo incapace, ma anche in palese malafede.

Il vero problema però è che i mercati finanziari, per nostra fortuna, non sono Dio. Però sono costituiti da uomini che con le loro singole decisioni possono mettere in ginocchio un intero paese, e su questo ci si avvicinano molto al ruolo di Dio.

Oggi qualcuno esulta perché chi è preso di mira è Silvio Berlusconi.
Ma non fermiamoci a questo singolo caso. Poniamo il caso che un un domani, non per forza in Italia, salisse al potere un partito - o una coalizione di partiti - di sinistra o di centrosinistra pronto ad attuare misure restrittive nei confronti della finanzia speculativa mondiale.
In poco tempo questo governo, pur democraticamente eletto, potrebbe essere messo tranquillamente in ginocchio da un attacco speculativo da parte di quegli stessi mercati che oggi condannano Berlusconi.
Dobbiamo renderci conto che oggi la politica ha abdicato lasciando il potere nelle mani dei grandi speculatori internazionali. 
Quello che in queste ore ci stanno dimostrando i mercati, è che essi hanno nelle proprie mani il potere di far fallire qualunque paese e di far cadere qualunque coalizione indipendentemente dai numeri politici che essa possegga.

E' la sovversione della democrazia. Ci sarebbe da piangere, altro che esultare.

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