domenica 8 maggio 2011

Non è un partito per giovani?

Ieri durante tutta la giornata si è svolta la grande assemblea programmatica del partito democratico bresciano.
Lungo tutta una giornata si è discusso, studiato, elaborato quattro grandi documenti su altrettanti quattro grandi temi che abbracciano la vita di ognuno di noi.
Cultura, ambiente, lavoro, welfare, la base della società civile e di ogni partito che voglia davvero fare politica all'interno delle istituzione lasciando da parte ogni forma di propaganda e slogan.


Sono usciti quattro punti di partenza ottimi e del tutto condivisibili nonostante la scarsa partecipazione degli iscritti e degli eletti (giornale di brescia 8-05-11).
Ed effettivamente se la partecipazione generale è stata scarsina quella giovanile non ha certo brillato in quantità, seppur in qualità si è difesa molto bene con un under 30, Francesco Esposto, relatore del documento sull'università.
Bisogna a questo punto chiedersi dove sbaglia il Partito Democratico bresciano (ma forse anche a livello nazionale) nel non riuscire ad attirare i giovani quando si parla di temi, funzione principale di un partito.
Qualcuno potrebbe rispondere che molto semplicemente i giovani d'oggi non sono più interessati alla politica, troppo disaffezionati dai continui scandali e dalla percezione di inutilità dei partiti e della politica stessa.
Risposta che però cade davanti ai dati. Infatti la provincia di Brescia è la prima regione lombarda per numero di iscritti under 30 che insieme al tesseramento dei Giovani Democratici, porta il proprio numero di giovani e giovanissimi ad oltre 650 ragazzi su un totale di 7500 iscritti. Un rapporto di circa un giovane ogni 10 iscritti.
A questo punto si potrebbe ribattere che non sono in grado di discutere di temi, che si fermano esclusivamente al volantinaggio, alle feste, che non hanno una preparazione di base per poter confrontarsi con i grandi vecchi del partito.
Anche su questo punto ci sarebbe da discutere. Solo qualche mese fa si è tenuto il corso di formazione dei Giovani Democratici che ha avuto una grande risposta da parte dei giovani che hanno dimostrato ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che sono in grado di parlare e discutere di temi a volte meglio dei "grandi".
A questo punto la risposta vorrei azzardarla io.
Probabilmente i giovani sentono lontani da loro i vari organismi del Partito Democratico che faticano a parlare con loro e sui loro temi.
Molti nel Partito (sia tra i giovani che tra i vecchi) vedono la giovinezza come un momento nella vita del partito durante il quale il giovane deve affiliarsi ad un notabile del partito con il quale fare tutta la gavetta all'interno del partito e viceversa il notabile fa vedere come lui tenga alle future generazioni.
Un atteggiamento di questo genere non fa che scemare l'interesse da parte del giovane verso i temi preoccupandosi esclusivamente di curare la propria "scalata" all'interno della grande macchina ed automaticamente escludendo coloro che per scelta o per forza non si affiancano a nessun grande padre.

E' quindi necessario un deciso cambio di rotta, non nei temi ma negli atteggiamenti.
Se il Partito Democratico vuol essere davvero un partito e non guerra tra notabili come avviene negli altri partiti italiani, allora ha la necessità di ripartire dai giovani, non come mere figure, ma come centralità di tutte le scelte e i ragionamenti politici dal livello locale a quello europeo. Perchè solo i giovani hanno la possibilità di trasformare un film in realtà, e noi vogliamo che il Partito Democratico diventi realtà e non si fermi a rimanere un bel film.


"Un film può essere estremamente potente sui giovani. Ma quell'influsso dura un giorno. Poi muore, come tutte le passioni effimere"
Sidney Lumet

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