martedì 10 maggio 2011

E' un partito per vecchi!

Solo qualche giorno fa scrivevo un commento sul ruolo che i giovani dovrebbero avere nel Partito Democratico e degli atteggiamenti che lo stesso dovrebbe avere nei loro confronti. Neanche il tempo di archiviarlo che qualcuno ha deciso di darmi ragione su tutta la linea. Il PD è un partito per vecchi.

Nella serata di ieri si è tenuta una conferenza stampa del centro culturale, fondato dall'On. Corsini e da altri importanti esponenti del partito bresciano (riconducibili all'area ex DS), durante la quale si è presentato il nuovo ciclo di conferenze che si terrà nei prossimi mesi.
E l'On. Corsini, probabilmente, non aspettava che un'occasione del genere per ribadire il concetto già espresso durante il corso di formazione dei Giovani Democratici.
Dopo una legislatura passata a Roma è sua volontà ricandidarsi a Brescia, non si sa ancora se come Sindaco o come semplice consigliere comunale, ma è suo desiderio portare nuovamente la sua esperienza al servizio di Brescia.


Ma diamo un occhio alla biografia di Paolo Corsini. Nasce ad Adro 64 anni fa, e dopo una laurea in lettere classiche entra nel mondo universitario fino a diventare docente di storia moderna presso l'università di Parma.
Nel frattempo entra in politica e diventa sindaco di Brescia per la prima volta tra il 1992 e il 1994, per poi passare al ruolo di vicesindaco fino al 1996 sotto Mino Martinazzoli.
Poi il grande salto a Roma. Viene eletto deputato per i DS nell'anno della vittoria dell'Ulivo di Romano Prodi. Resta a Roma per soli tre anni. Si dimette nel 1999. Intanto è tornato a Brescia dove nel 1998 decide di candidarsi a sindaco della città. Manterrà l'incarico fino al 2008, venendo riconfermato nel 2003 solamente al ballottaggio. Attualmente ricopre nuovamente il ruolo di deputato eletto nelle file del Partito Democratico.

E', indubbiamente, un curriculum di tutto rispetto. Il percorso di un uomo che ha dato molto sia alla politica sia alla città di Brescia, che però dopo oltre 20 anni di politica attiva dovrebbe avere il coraggio di ammettere che è ora di lasciar spazio ai giovani. Qualcuno potrebbe obbiettare che sarebbe una gran perdita per la politica bresciana e per la città stessa.

Un giorno, in una seduta del Senato Accademico, l'allora Rettore Augusto Preti disse che non si potevano mandare in pensione i docenti troppo presto (a 70 anni) perchè l'università avrebbe perso un grande bagaglio culturale.
Il compito di un politico cosi come quello di un professore universitario, non è solo quello di svolgere il proprio compito (di rappresentanza o di ricerca), ma anche e soprattutto quello di crescere la generazione futura in modo tale che possa ricoprire gli stessi incarichi con uguale, se non superiore, capacità ed autorevolezza.
Se quindi ad oggi l'On. Corsini non è stato in grado di educare una nuova generazione di amministratori che possa prendere il suo posto, allora si, sarebbe una perdita per la città, ma al contempo si dovrebbe rivalutare completamente l'operato dello stesso e l'opinione che molti di noi hanno su di lui.
Al contrario se negli anni ha avviato e formato giovani alla vita politica ed amministrativa la città stessa non avrebbe nessun svantaggio da un suo rimanere fuori dalle cariche amministrative, ma ne avrebbe addirittura un vantaggio, perchè coloro che gli subentreranno avranno il sapere dei vecchi e la duttilità e l'apertura mentale dei nuovi.

Questo è un discorso che è fatto oggi prendendo ad esempio l'On. Corsini, ma è da ritenersi valido per chiunque, sia nella politica che nell'ambito lavorativo.
Altrimenti l'unica strada che rimane è un'inconsapevolezza ed un'incapacità delle generazioni future a cui verrà, prima o poi, lasciato un paese che non sono in grado di gestire.

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