sabato 17 settembre 2011

Non è solo disservizio, è mancanza di rispetto

Con la fine delle vacanze, insieme all'autunno, si ripresenta puntuale anche il problema dei pendolari che per motivi di studio o di lavoro necessitano di spostarsi dalla provincia verso la città o dalla piccola città verso la metropoli che è Milano.

Necessità questa che nella maggior parte dei casi viene soddisfatta attraverso l'utilizzo del mezzo pubblico ed in particolare per le medie-lunghe distanze attraverso l'ausilio del trasporto su ferro.
Una modalità di trasporto, quest'ultima che negli anni è sempre al centro delle polemiche per la sua inadeguatezza, a cui si aggiunge nell'ultimo anno anche l'aumento del biglietto imposto dai tagli nazionali ai fondi regionali per il trasporto.
Tutto ciò ha spinto il vescovo bresciano Mons. Monari ad affrontare una giornata da pendolare per rendersi conto di quali siano le reali difficoltà per coloro che ogni giorno si trovano obbligati ad affrontare viaggi più o menu lunghi su treni regionali affollati, sporchi e quasi sempre fuori orario.

Ma non è solo un problema di disservizio quello che ogni giorni affrontano i pendolari. Coloro che viaggiano ogni giorno sulla rete ferroviaria lombarda si scontrano contro la mancanza di rispetto da parte di un'azienda che riceve cospicui finanziamenti statali, oltreché il biglietto per fornire un servizio adeguato.

Venerdì sera stavo rientrando da Milano con il treno regionale delle 22.25 dopo aver passato il pomeriggio e la prima sera in quel di Milano. Il viaggio scorre tranquillo fino alla stazione di Treviglio in quel del Bergamasco, dove il treno arriva e si ferma alle ore 23. Da lì in poi oltre mezz'ora di sosta fermi sul binario ad attendere non si sa che cosa. Io penso che un guasto, un problema, siano più che contemplabili, ma quello che non è accettabile è che un treno resti fermo per più di mezz'ora senza che il Capotreno, o altri impiegati della compagnia, avverta i passeggeri della presenza del disagio, e men che meno dei tempi necessari per riprendere il viaggio.
Penso che questa sia la mancanza di rispetto che contraddistingue il servizio ferroviario italiano rispetto a quello straniero ed europeo. La capacità di gestione di un'azienda si palesa anche nelle modalità con cui essa si rapporta con l'utenza in caso di disservizi. La capacità di Trenitalia è pari a zero. E ciò, unito a tutta la lunga serie di disservizi rende le ferrovie italiane non degne di un paese sviluppato.
L'on. Castelli ha dichiarato:
Bisogna entrare nella mentalità che i servizi vanno pagati perché la stessa corsa, in Inghilterra, costa quattro volte il costo in Italia
Affermazione che lascia il tempo che trova, provenendo dalla stessa persona che ha dichiarato che con 145mila euro l'anno è povero.
Inoltre pur non essendo quello il rapporto tra i costi del servizio, non è certamente paragonabile il servizio italiano con quello anglosassone.
Iniziamo col dire che c'è una gestione più seria e trasparente del servizio. Le stazioni sono più pulite e funzionali, inoltre sono presenti degli schermi in cui sono indicati i ritardi in tempo reale e il ritardo medio settimanale e mensile di tutto il servizio. Questa è la trasparenza. Operando in tal modo la società che gestisce il trasporto su ferro mostra all'utente il suo grado di efficienza dando cosi la possibilità di essere valutata dallo stesso. Passando ai treni, in Scozia gli interni dei mezzi del servizio locale assomigliano più ai nostri Freccia Bianca che ai nostri regionali per un maggior comfort per i passeggeri.

Di strada ce ne ancora molta da fare, e con i tagli, passati e futuri, l'unica prospettiva certa è quella di un arretramento del servizio ferroviario italiano ed in particolare lombardo.

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