mercoledì 21 settembre 2011

E' davvero utile il referendum elettorale?

Quelli che stiamo vivendo sono gli ultimi giorni della raccolta firme per il referendum contro la legge elettorale detta Porcellum approvata nel 2005 dal Governo Berlusconi, di cui il primo firmatario fu l'allora Ministro Calderoli.

Fin dalla sua promulgazione il Porcellum ha subito diverse e profonde critiche da tutte le parti, addirittura dal suo stesso propositore che ha coniato egli stesso il nome oggi comune ai più definendo la stessa una legge porcata. Ma la principale accusa, e quella maggiormente rimbalzata dai media italiani, che si muove verso questa legge è l'impossibilità per gli elettori esprimere una preferenza diretta per i candidati presenti nelle liste, e quindi di non poter scegliere direttamente i propri rappresentanti in parlamento, dovendosi limitare a mettere una croce sul simbolo del partito scelto. Questo perché con la riforma elettorale del 2005 sono state introdotte le liste bloccate stilate dalle segreterie dei partiti senza possibilità di preferenza. In base ai posti assegnati ai singoli partiti nel collegio elettorale verranno poi eletti i primi della lista fino al raggiungimento dei posti assegnati. Con questo modello chi decide gli eletti sono le segreterie di partito e non più gli elettori.

Ed è proprio su questa storpiatura che gioca il tam tam mediatico che invita a firmare per il referendum.
Ma andiamo a vedere qual è l'alternativa introdotta dall'eventuale vittoria del refendum.
Con il Si all'eventuale referendum, quindi con l'abrogazione dell'attuale legge elettorale, si tornerebbe al vecchio modello elettorale, denominato Mattarellum  - dal nome del suo relatore On. Mattarella - in vigore dal 1993 in seguito al referendum del 18 Aprile dello stesso anno.
Ma il Mattarellum porrebbe rimedio alla principale criticità dell'attuale legge elettorale, cioè quella dell'impossibilità di eleggere direttamente i propri rappresentanti per la presenza di liste bloccate?
La risposta è no. Con il Mattarellum si tornerebbe ad un sistema misto maggioritario-proporzionale. Questo vuol dire che il 75% delle camere è nominata attraverso un modello maggioritario che prevede dei collegi uninominali. Ed è in questo 75% che si ripete la criticità denunciata nel Porcellum.
Infatti in ciascun collegio le liste elettorali (partiti o coalizioni) presentano ciascuna il nome di un solo candidato (da qui l'aggettivo uninominale): viene eletto il candidato associato alla lista che ottiene la maggioranza dei voti fonte wikipedia, ed in particolare nel modello italiano che si svolge a singolo turno, viene eletto il candidato con la maggioranza relativa - e non assoluta o al ballottaggio - dei voti del collegio.
Il restante 25% viene eletto con modalità differenti tra Camera dei Deputati e Senato della Repubblica.
Per il Senato si usa una modalità di ripescaggio dei non eletti nei collegi uninominali, mentre per la Camera si usa un listone unico a livello nazionale con le percentuali ripartire in base a macrocollegi geografici.
Si capisce che con il ritorno al Mattarellum non si pone fine alla paradossale situazione che tanto si critica del Porcellum.
Il ritorno alla vecchia modalità di elezione non permette una reale scelta dell'elettore su chi mandare in parlamento. Anche in questo caso la scelta viene effettuata nelle segrete stanze delle segreterie di partito con la corsa all'accaparrarsi i collegi di elezione sicura.
La successiva domanda da porsi è quindi se ha senso la raccolta e il successivo svolgimento di questo referendum?
La mia risposta è si. E non tanto per il ritorno al Mattarellum che, da fervente sostenitore del proporzionale puro con listone unico nazionale con successiva ripartizione in base ai risultati locali, non posso che guardare di mal occhio.
Penso che sia utile perché obbligherà la nostra classe politica ad interrogarsi e a trovare un accordo politico per effettuare una stesura delle regole che sia il più possibile condivida dalle parti in gioco.
Questo perché finché le regole verranno imposte a colpi di maggioranza il nostro sistema istituzionale sarà sempre sottoposto ad una continua confusione ed instabilità elettorale.

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