martedì 27 settembre 2011

Botta e risposta tra giovani sui giovani

Di seguito la lettera elaborata dalla Segreteria provinciale dei Giovani Democratici di Brescia in risposta ad una lettera sul giornale - che potete leggere qui - dei Giovani Padani sugli scontri di Londra dell'Agosto scorso.


Partendo dal presupposto che non ci stupisce affatto che i Giovani Padani considerino la scomparsa dei fenomeni migratori come la panacea di tutti i mali, vorremmo approfittare del loro intervento in risposta alla nostra lettera per chiarire alcuni passaggi sostanziali.

La logica finalizzata a ricercare nella figura dell’immigrato la causa a priori di ogni destabilizzazione sociale, ci sembra francamente un ritornello stonato e una visione semplicistica del contesto storico in cui viviamo che, al contrario, ci vorrebbe doverosamente partecipi a ben altre aperture.

Il tema dell’integrazione è certamente molto delicato e complesso e deve essere affrontato dall’Unione Europea attraverso l’attuazione di politiche migratorie finalizzate a ridurre sempre più la frattura sociale tra Paese ospitante e immigrati. Resta il fatto che queste non sono le ragioni che è possibile estendere agli scontri di Londra, l’origine delle sommosse non trova un senso in quella zona circoscritta della città perché la maggioranza della popolazione è costituita da immigrati, ma piuttosto perché quei quartieri sono abitati da gente particolarmente povera a cui è precluso l’accesso alla dimensione capitalistica e consumistica della metropoli.

Crediamo che i Giovani Padani siano in grado di poter esprimere una loro riflessione sui fatti anche emancipandosi dall’utilizzo di un’arma, così poco rigorosa dal punto di vista intellettuale, come la distorsione delle parole altrui. Terremmo infatti a specificare che non abbiamo mai e in alcun modo espresso una giustificazione nei confronti della violenza esplosa per mano di quei ragazzi, abbiamo cercato, al contrario, di rintracciare delle motivazioni che non si limitassero alla particolare contingenza londinese, ma che si estendessero ad una dimensione generalizzata degli stati europei che non si stanno preoccupando di garantire a tutti i giovani le stesse condizioni di partenza.

La nostra argomentazione sui fatti di Londra proviene dalla convinzione che la politica si debba avvalere di un senso critico volto ad analizzare la contemporaneità e i fenomeni allarmanti che la caratterizzano ai fini di elaborare proposte che tentino di migliorare le condizioni delle categorie sociali coinvolte. Queste sono le ragioni per le quali crediamo che il nostro Paese non abbia bisogno di slogan, né tantomeno di una politica che promuove la paura verso gli immigrati come analisi ultima di ogni episodio di disordine italiano o europeo che sia, anche quando la contingenza specifica non ne richiede il coinvolgimento (ne costituiscono un esempio i fatti di Londra). Esistono armi retoriche di gran lunga più nobili per conquistare la preferenza di un elettore e rendere un servizio al nostro Paese.

Non serve a nessuno la morale sull’importanza del “tirarsi su le maniche”, non serve ai ragazzi di Londra che riteniamo ne conoscano già l’indispensabilità e non serve neanche a noi giovani italiani considerato che, nonostante ci sia stata data la possibilità di formarci ed educarci, ci stiamo adeguando a questa realtà già da qualche tempo a questa parte.

Segreteria Giovani Democratici di Brescia

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