lunedì 25 aprile 2011

Il 25 Aprile

25 Aprile… mmmh… i bambini di oggi, la vedono solo come una festa, un giorno in più per saltare scuola, per stare a casa a dormire la mattina e/o per uscire con gli amici. Ormai i ricordi sbiadiscono e la memoria viene cancellata, non solo da una certa scuola revisionistica tutta italiana, ma anche da quell’apatia con la quale ci relazioniamo a questo fenomeno. Personalmente quando mi si dice 25 Aprile, io penso a qualcosa di concreto, penso al 25 Aprile del 1945 e mi viene in mente una fotografia ben precisa, due persone, una ragazza e un ragazzo ( a me piace pensare che fosserò fidanzati) che vicini in piazza San Marco a Venezia salutano quello che da tanti è stato chiamato il “vento del nord”, e che finalmente ha trovato il suo compimento nella cacciata dell’oppressore nazista.

Si compie quel fenomeno che dopo il fatidico 8 Settembre 1943(ricordo di tutti gli italiani come massima ignominia del Re e dei suoi politici) in modi diversi aveva visto il ricostituirsi in Italia di quel valore che si era perso durante il lungo regime fascista. Molti direbbero l’amor di patria, altri il credo politico, e tanti altri ancora il profitto personale, per me c’era qualcosa di più profondo che accumunava quei tanti ragazzi (comunisti, socialisti, cattolici e tanti altri ancora), che indipendemente dal proprio credo politico e dalla propria classe sociale per mesi e anni si ritirarono sulle montagne per combattere, non solo un oppressore, ma anche un credo politico, una visione sociale, che non apparteneva più al proprio mondo, c’era voglia di libertà e di democrazia, dopo vent’anni di regime fascista, la gente sentiva finalmente il bisogno di dire la propria, bisogna scegliere da che parte stare, e a mio parere il popolo italiano in quei mesi disperati fece vedere al mondo dove voleva stare. E volevano stare dalla parte della democrazia e della libertà, non solo gli appartenenti a quel mondo più vicino alla sfera cattolica, ma anche i tanto bistrattati comunisti, che pagarono il più alto prezzo in termini di sangue, persecuzione e discriminazione (anche da parte degli americani e degli inglesi), senza chiedere alla fine della guerra  nient’altro che libere elezioni in libero paese, senza far pesare il loro peso (rilevante) all’interno della resistenza.

E’ questo che manca a mio parere negli italiani di oggi, quel senso del dovere che a spinto quei ragazzi, molti dei quali anche minorenni, a combattere per qualcosa di superiore a qualunque altro ideale, e che noi non riusciamo neanche a proteggere da qualche stupido revisionista, che vuol far passare i partigiani come i cattivi che uccidevano i nazisti e i loro alleati repubblichini. All’epoca ci fu una scelta, democrazia contro dittatura, libertà contro persecuzione, e mi pare lampante da che parte stavano i partigiani e da quale i repubblichini, diciamo no a quella revisione di una parte della storiografia di destra che vuol far passare i fascisti di Salò come dei perseguitati, e ricordiamo e raccontiamo ai nostri figli e ai ragazzi cosa davvero vuol dire il 25 Aprile, perchè 25 Aprile, vuol dire libertà, e la libertà fu per tutti, e nulla lo dice meglio della frase di Arrigo Boldrini

"Abbiamo combattuto assieme per riconquistare la libertà per tutti: per chi c'era, per chi non c'era e anche per chi era contro..."

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